ultraciclyng dolomitica

ULTRACYCLING DOLOMITICA – La gara

Ci siamo!

Oggi è il giorno della partenza!

Con il senno di poi posso dire di essere stato veramente un folle a prendere parte ad una delle gare più dure e estreme al mondo con quel poco di allenamento che avevo nelle gambe…contando i 2200 km del Giro delle Repubbliche Marinare non arrivavo nemmeno a 7000 km…TROPPO POCHI per affrontare una sfida del genere.

Ho sempre sostenuto che il muscolo più importante sia la testa, ma con 16000 m. di dislivello positivo da fare NO STOP le gambe giocano un ruolo fondamentale.

La salita è sempre stata il mio punto di forza, ma un conto è fare una granfondo da 100 km, anche con 3000 m D+, un altro è fare 16 passi dolomitici e 16000 m D+ senza sosta…PAZZO!

Ma naturalmente questo è il “senno di poi”, che per fortuna arriva sempre dopo aver portato a termine avventure folli come questa 😉

La zona partenza è allestita in grande stile con tanto di arco gonfiabile, musica, speaker e pedana di partenza in stile cronometro. Si parte singolarmente ogni 3 minuti con una breve presentazione e relativa intervista da parte dello speaker…emozionante.

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Preparo la bici, sistemo il cardio ma mi accorgo che la fascia che mi ero portato era incompatibile con il cardio prestatomi dal mio amico (il mio era in assistenza)…dannata evoluzione che rende incompatibili i modelli precedenti…questo è stato un inconveniente non “da poco” perchè mi avrebbe fatto capire che nella prima salita stavo andando troppo forte – l’avrei pagata con tutti gli interessi più avanti.

ultraciclyng dolomitica

 Uno dopo l’altro partono i miei compagni di avventura, i nomi più blasonati come Diseviscurt, Bruseghin (proprio il Marzio famoso professionista e Di Felice, probabilmente il più forte ultracycler italiano, partiranno per ultimi e finalmente tocca a me.

Salgo sulla rampa, nelle casse esce la bellissima Thunderball degli ACDC,  breve presentazione e intervista e…3…2….1…..VIA!!!

ultraciclyng dolomitica

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Parto forte e dopo pochi km vedo già uno davanti a me e penso, “cavolo gli ho già recuperato quasi 3 minuti”, mi avvicino sempre di più finchè scopro di essere fuori traccia e che quello davanti non è un ciclista in gara!

Iniziamo bene! Inversione a U e torno sulla traccia corretta…solo qualche minuto perso.

Una trentina di km di avvicinamento al primo colle, il piccolo Mortirolo come lo hannp chiamato chi lo ha provato, ma io lo prendo forte e mi trovo in cima molto prima del previsto superando un sacco di concorrenti…ho pensato bene, se sono tutte così andiamo bene!

Ma poi è iniziata la seconda salita, quella che arrivava sul mitico Monte Grappa con passaggio dal Monte Tomba.

La salita inizia subito in modo molto cattivo con pendenze superiori al 10%, dopo qualche km chiedo ad un tifoso quanto durasse ancora questo Monte Tomba e lui mi rispose…”non hai ancora visto niente”…OK avevo capito tutto!

Il Tomba è stato aspro ma gli ultimi km del Monte Grappa sono stati veramente cattivi! Difficili anche da fare in auto…figuriamoci in bici!

Arrivo in cima al Monte Grappa e mi godo per qualche istante il magnifico panorama e poi via, a cercare un pò di recupero in discesa.

Il successivo passo è il Brocon, molto lungo ma scorrevole e senza problemi…arrivo in cima e pioviggina, mi sistemo per la pioggia e scendo, pronto per affrontare uno dei Mostri di giornata…il passo Manghen!

Il Manghen è lungo, molto lungo…23 km con 1670 m di dislivello e gli ultimi 7 km regolarmente intorno al 10%.

Ormai è sera, è buio, piove ed inizio ad aver fame!

Per fortuna verso metà della salita c’è una trattoria dove ci fermiamo e facciamo un’abbondante cena. Quanto ero disorganizzato, dovevo aspettare i locali per mangiare…alla prima ultra ci sta un pò di disorganizzazione 😉

Continua a piovere ed il Manghen continua a salire, lungo la strada incontro Michael che saliva a luci spente, ci scambieremo la posizione per parecchie volte durante questa avventura.

Arrivo in cima al Passo a 2000 m. tra pioggia e nebbia intorno a mezzanotte, salgo in auto a vestirmi per la discesa e via, giù verso la Val di Fiemme.

La discesa è incredibile, da favola, una stradina asfaltata in mezzo a conifere altissime…la luce della bici crea un effetto magico sugli alberi…o forse è la stanchezza che comincia a farsi sentire.

Arrivo in val di Fiemme e si ricomincia a pedalare verso la fata delle Dolomiti, Moena, dove comincia il passo successivo, il San Pellegrino.

Arrivo ai suoi piedi verso le 02.00 e salgo con calma, senza grosse difficoltà, ma i problemi emergono alla fine della discesa verso Falcade. Nell’ultimo tratto sento entrarmi nelle ossa un’umidità ed un freddo che mi impediscono addirittura di tenere diritto il manubrio tanto tremo…non riesco a continuare.

Mi fermo.

Entro in auto, sparo il riscaldamento al massimo, ma non basta. Non riesco nemmeno a mangiare.

Rimango 30 minuti in questo stato ma niente…non mi scaldo.

Decido di scaldarmi pedalando e riparto.

I primi km ho ancora freddo ma poi, piano piano, riesco a scaldarmi e mi avvicino ad uno degli altri Mostri che mi attendono…il  Passo Fedaia e la temuta Malga Ciapela.

Prima di affrontarlo però mi godo un bellissimo passaggio intorno al lago di Alleghe che mi allieta un pò la fatica.

E’ ancora buio, il Fedaia è il 7° passo, 15 km e gli ultimi 6  costantemente tra il 10 ed il 16% di pendenza, salgo ma non ho grandi ricordi dei primi km, mentre ho brutti ricordi di quando trovo la temuta Malga Ciapela che indica l’inizio del terribile rettilineo dalla pendenza del 15%…inizia ad albeggiare e questo, per fortuna mi permette di godere dello spettacolare “accendersi” delle dolomiti della Marmolada, ma per “sfortuna” mi fa vedere questo muro lunghissimo che si erge di fronte a me.

Sono stanco, ormai sono 20 ore che pedalo e questo muro è veramente duro. Combatto per non mettere giù il piede ma metto da parte l’orgoglio e mi fermo un attimo…non sono nemmeno a metà dell’avventura, meglio non esagerare.

Mi godo lo spettacolo e riparto. Arrivo in cima al Fedaia, contento di averlo concluso e penso solo alla colazione che farò a Canazei di li a poco.

Arriviamo a Canazei proprio per l’apertura di un bar ed ordino 2 cappuccini e 2 croissant ma mi accorgo che non riesco a mangiare nulla di solido…cavolo ho lo stomaco bloccato!

Bevo i cappuccini e parto per il Pordoi che dovrebbe essere più dolce del Fedaia, ed in effetti lo è. Il suo andamento regolare e mai troppo ripido mi fa riprendere un pò ed arrivato in cima, faccio un paio di foto e riparto alla volta di Arabba.

La bella discesa scorre via veloce, persino troppo, e si ricomincia a salire lungo il Campolongo, che dall’altimetria dovrebbe essere il più corto e semplice di tutti, ed in effetti così si rivela…purtroppo però il mio team sbaglia strada proprio ai piedi di questo passo ed io salgo senza acqua nè viveri.

Riesco a contattarli arrivato in cima e ci diamo appuntamento ai piedi del Passo Valparola. Finalmente ci ritroviamo e provo a mangiare una fetta di bresaola, ma dopo averla masticata per 10 minuti la sputo…bruttissimo segno.

Riparto, le forze sono ormai pochissime ma nonostante ciò arrivo in cima al bellissimo Valparola e mi butto in discesa per affrontare uno dei mostri di giornata, il passo Giau.

Inizio la scalata al Giau ma mi accorgo che no và…dopo poco più di un paio di km mi fermo con la scusa di andare in bagno. Quando qualsiasi motivo è buono per fermarsi è la testa che ti sta dicendo che ormai il corpo se nè già andato da un pezzo, ed anche la testa sta vacillando.

E’ una bellissima salita che io affronto con varie soste, gli ultimi 2 km mi sono sembrati eterni, sostenuto solo dal fantastico paesaggio che circonda il passo.

STREMATO…questo è l’aggettivo che descrive meglio il mio stato quando arrivo in cima ai 2230 m del Passo Giau.

Sono ormai più di 400 km e circa 26 ore che pedalo senza sosta, ma la cosa più grave è che sono troppe ore che non riesco a mangiare nulla di solido, praticamente dalla cena sul Manghen, ed erano le 22…quasi 15 ore prima…una follia!

Inizio la discesa verso Selva di Cadore ma mi accorgo di non essere più lucido! Vedo la curva, il cervello dice di curvare…ma il corpo reagisce in ritardo…troppo in ritardo. La cosa inizia ad essere pericolosa.

Vado in discesa come se avessi appena tolto le rotelle, con l’unico obiettivo di arrivare in fondo e fermarmi in un bar per cercare di mangiare qualcosa e riprendermi.

Arrivato nel primo bar gelateria mi viene voglia di mangiare un gelato…nel frattempo tremo per il freddo, sembra impossibile ma con quel tremore mi viene voglia solo di mangiare un gelato dai gusti assurdi…gusti del tipo pesca e anguria!

Ecco come ci si riduce per la stanchezza :-) Comunque sia riesco a mandare giù il gelato poi chiedo al mio team di farmi riposare 30 min in auto…che diventeranno circa un’ora!

Riparto ma non sto sulla bici…barcollo…mi fermo…riparto…e barcollo di nuovo. Ho anche una fortissima nausea. Faccio un km e….BASTA!

MI BUTTO SU DI UN PRATO! Era il prato con l’erba più morbida del mondo! Era così bello stare lì sdraiato a guardare le nuvole sopra di me nella bellissima valle del passo Staulanza. Arrivano i miei amici del team, parliamo un attimo e, dopo aver cercato di analizzare le mie possibilità di conclusione della gara, giungiamo alla terribile decisione…ci penso e decido di FERMARMI E ABBANDONARE.

Dispiaciutissimo dico ai ragazzi di preparare l’auto per caricare la bici poi….l’ORGOGLIO mi spinge almeno ad avere un punto di riferimento del mio ritiro…dov’ero? Dove mi sto ritirando? Voglio almeno poter dire esattamente DOVE mi sono ritirato.

Dico che riparto, ma solo per arrivare in cima allo Staulanza, Gianni e Eros subito non capiscono poi spiego loro la mia intenzione e visto che l’auto era veramente incasinata ho detto loro…” mentre sistemate l’auto per caricarmi io cerco di arrivare in cima al Passo e poi torniamo in Hotel e andiamo a dormire”.

Dentro di me però girava una frase dettami da Gianni e che mi ha dato la forza per dar retta all’orgoglio…”la prossima volta però torniamo più preparati…non sulla distanza ma sul dislivello”….dislivello?!! Ma io sono uno scalatore, come posso essere impreparato a scalare le salite??!!

Riparto e la nausea è diminuita, incontro i membri di un team che vedendomi in crisi mi incitano – questo è il clima dell’evento…almeno nelle retrovie – ma dico loro che sto per ritirarmi, vengo superato da un altro ultracycler e lo lascio andare un pò avanti per non prendere la scia (è vietato), e noto subito che riesco a tenere il suo ritmo.

Sembra che le forze, derivanti da quel gelato che mi ha provocato quasi una congestione, stiano tornando e incredibilmente riesco ad arrivare facilmente in cima al passo Staulanza.

Lo stesso equipaggio che mi ha incitato mi suggerisce come reagire e ritrovare le forze per non ritirarmi ed il segreto è…..Coca Cola!

Mezzo litro al colpo per alzare il picco glicemico e brevi sorsi ogni 10 min per non farlo scendere troppo, dopodichè cercare di mangiare qualcosa tra un sorso e l’altro per darmi energia e appena possibile farmi un piatto di pasta.

Chiamo Gianni e Eros che nel frattempo non erano ancora arrivati…

Dove siete???!!!

Tranquillo stiamo arrivando…

Fate in fretta!!! Portatemi il giubbotto perchè continuo e devo andare in discesa e fa freddo!

Cosa??

Il giubbotto!!

Sei SCEMO??!!

No no…STO MEGLIO! CONTINUO!

Sei MATTO! Non riesci a stare in piedi e devi affrontare una brutta discesa! Io non mi assumo nessuna responsabilità!

Dai fate in fretta!

Arrivano e vedono che ormai ho deciso e sono convinto..mi appoggiano e mi fanno ripartire.

In discesa mi sento un’altro rispetto a poco prima, sono vigile e determinato!

Arrivo in fondo alla discesa e attacco il passo Duran come se fossi appena partito! Il primo km con pendenze ben oltre il 10% lo affronto in piedi sui pedali!

Mi sento come se fossi appena partito! Cosa riesce a fare la TESTA!

Sento che devo fermarmi a fare pipì ma non lo faccio per non perdere il ritmo…al massimo mi fermo in cima al passo….cosa dicevo prima sulle scuse che si trovano per fermarsi??

Arrivo in cima al Duran gasatissimo! Sto bene e ormai nulla mi fermerà…l’obiettivo delle 35 ore è ormai sfumato ma devo arrivare entro le 40!

Arrivati nella zona di Belluno cerchiamo un ristorante per mangiare…un ristorante??!! Ma è un’ultracycling! A pensarci adesso mi rendo conto proprio della nostra inesperienza..ma il bello è stato anche questo.

Troviamo una pizzeria e perdiamo più di un’ora per mangiare un piatto di pasta…inizia ad essere buio…ed è tardi!

Gli ultimi passi sono meno “famosi” dei precedenti ma sono decisamente impegnativi!

L’Alpe del Nevegal ha muri con pendenza che si avvicinano al 20%!!!! Abbasso addirittura la luce e la punto sula ruota anteriore per evitare che vada ad illuminare quel muro che mi si staglia di fronte! Durissimo!!!

Ci siamo…è arrivata l’ultima fatica…la Forcella Aurine…sembra relativamente facile ma è strana…sono circa 25 km ma irregolari.

Si sale e si scende, e ci sono 4 km centrali molto duri oltre il 10%.

Effettivamente è proprio difficile da interpretare, ma ormai ci siamo…è buio, salgo molto bene, riprendo anche un paio di concorrenti, sembra sempre di essere arrivati in cima e invece non si scende mai.

Finalmente arrivo in cima e mi butto in discesa soddisfatto..assaporando già la gioia del traguardo. Non si salirà più! Solo discesa!

….e infatti…SBAGLIO STRADA!

Tiro dritto al primo bivio e me ne accorgo un pò dopo…PORCAPUTT….!!!

Facciamo inversione a U e riprendo a salire per tornare sul tracciato…rientro sulla traccia e inizio la discesa…interminabile…lunghissima…ormai non riesco a tenere più la testa in alto. I muscoli del collo non ce la fanno più. Assumo posizioni strane in discesa per poter tenere la testa alta e guardare avanti. Vedo le luci di Cordigliano, dove è posto l’arrivo, ma sembra che non si avvicinino mai…eppure sto scendendo, ma sembrano sempre alla stessa distanza. Saranno effetti dovuti alla stanchezza e al sonno.

Effettivamente anche la discesa termina ed ormai mancano solo una manciata di km pianeggianti.

Inizio veramente ad assaporare l’arrivo. Sono ormai quasi le 2 di notte quando arrivo a Cordigliano da dove ero partito 39 ore prima per affrontare questa sfida titanica.

ARRIVO

CE L’HO FATTA!!!

A quest’ora purtroppo non c’è molta gente ad attendere l’arrivo di noi ultracycler, ma va bene lo stesso 😉

Il mio nuovo amico Michael, arrivato qualche minuto prima di me mi passa una bottiglia di un qualche spumante e brindiamo, brindiamo e brindiamo ancora all’impresa che abbiamo appena concluso…brindiamo con i nostri team che sono stati determinanti…non so se ho fatto più fatica io oppure loro…no…ho fatto più fatica io 😉 ma loro sono stati fondamentali ed eccezionali nello stare svegli per 2 giorni consecutivi, nello star star dietro a tutte le mie richieste, nel trattarmi come un big arrivando addirittura a vestirmi quando io non ne ero più in grado.

GRAZIE

Che avventura!

ultracycling dolomitica

ultracycling dolomitica

ULTRACYCLING DOLOMITICA….fase 1 – i preparativi!!!

Personale resoconto dell’Ultracycling Dolomitica

Eccomi di nuovo qui a buttar giù in digitale i miei ricordi a distanza di qualche mese da questa prova estrema.

Dopo il giro delle Repubbliche Marinare pensavo di essere ormai sazio di avventure estreme in bicicletta ma, come si dice, l’appetito vien mangiando ed un giorno navigando nello sconfinato mare del web mi imbatto in quella che viene definita “la più dura ultracycling al mondo!”.

Non so se veramente è la più dura al mondo perchè è stata la mia prima ultracycling ma ad detta di chi invece ne ha già fatte parecchie sembrerebbe di sì…o almeno è sicuramente la più dura in Europa.

Ma cos’è un’ultracycling? Si tratta di una gara, sì perchè qui c’è una classifica, di ultradistanza NO-STOP che di regola supera i 500 km e le 24h. La principale differenza rispetto ad una “unsupported adventure race” è l’obbligo di avere il team al seguito che segue e supporta l’atleta lungo tutto il percorso. Per cui il ciclista non deve far “altro” (come se fosse semplice) che pedalare e visto che si ha la bici “scarica”…pedalare forte perchè il tempo massimo è sempre molto “stretto”.

La regina di tutte le ultracycling è naturalmente la famosissima Race Across America che attraversa totalmente l’america in un cost to cost di 5000 km da affrontare in un tempo massimo di 12 giorni.

L’Ultracycling Dolomitica non è estremamente lunga, in fondo si tratta di 585 km, ma ha un dislivello I M P R E S S I O N A N T E !!!

Si tratta di superare 16 passi dolomitici per un totale di 16.000 m. di dislivello…con una media di oltre 3.000 m di dislivello ogni 100 km. Tutto questo è MOSTRUOSO!

Per affrontarla bisogna avere una preparazione stratosferica (almeno 20000 km percorsi nell’anno) e non bisogna lasciare nulla al caso e giustamente io, con soli 7000 km nelle gambe e nessuna esperienza di ultracyng, mi butto incoscientemente in questa gara titanica!

Amo la salita, amo le Dolomiti, amo le sfide, amo ricercare il limite del mio fisico…come potevo non decidere di partire??!!!

Mi iscrivo, giusto un paio di mesi prima del via…

1° obiettivo: cercare di prepararmi al meglio per le scalate

2° obiettivo: trovare almeno 2 matti che mi accompagnino in quest’avventura diventando, come si dice in termine tecnico, la mia CREW.

Il primo obiettivo bene o male lo raggiungo allenandomi abbastanza bene in quel poco tempo che mi restava su ciò che mi piace di più…la salita, mentre per quanto riguarda la crew 2 miei amici si fanno avanti offrendosi per accompagnarmi nell’impresa…grazie di cuore a Eros e Gianni!

 

video giro dlle repubbliche giro delle repubbliche marinare giro delle repubbliche marinare

Giro delle Repubbliche Marinare – ultimo giorno

Pescara  – Venezia Mestre (!!!)

Parto da Pescara all’alba senza sapere che questo sarà l’ultimo giorno della mia avventura…mancano 500 km all’arrivo e parto con l’obiettivo di andare più avanti possibile verso il traguardo…il luogo non è molto distante recita la bellissima canzone di Caparezza che mi ha accompagnato per tutto il viaggio.

giro delle repubbliche marinare

Ho portato con un me un vecchio iphone ormai trasformato in ipod con migliaia di canzoni ma l’album che ho ascoltato maggiormente durante tutto il mio viaggio è stato Museica di Caparezza. Ho fatto un esperimento con la musica mettendo sempre la stessa canzone – China Town – nei momenti più importanti in modo che ascoltandola in futuro avrei rivisto nella mia mente tutte quelle bellissime immagini legate ai ricordi di questo incredibile viaggio. A distanza di mesi devo dire che l’esperimento è riuscito! Ogni volta che la sento mi vengono i brividi, rivivo le emozioni legate a quella musica e mi vengono quasi le lacrime agli occhi dall’emozione. Metodi in stile CIA con gli agenti “dormienti” 😉

Parto tranquillo accompagnato da una bellissima alba sull’adriatico. Mi dirigo verso il Conero dove mi aspetta una delle poche salite di giornata ed anche il secondo controllo. Il primo è stato a San Benedetto del Tronto dove sono stato accolto dalla proprietaria del bar con un bel “te la sei presa comoda tu!?“…non le ho risposto per non essere scortese, ma colazione l’ho fatta da un’altra parte.

Supero Civitanova Marche e mi dirigo verso il Conero e naturalmente riprende a piovere, arrivo al secondo controllo in cima all’altura che caratterizza questa bella zona e non dico di no all’offerta di formaggi locali che mi fa il proprietario del locale.

Riparto, attraverso Ancona (che non mi ha favorevolmente colpito…), ritorno al livello del mare e mi dirigo in direzione Pesaro dove mi aspetta la bellissima strada panoramica che collega Pesaro e Cattolica attraverso il bellissimo Parco Naturale del Monte San Bartolo.

giro delle repubbliche marinare

Senigallia, Fano e finalmente Pesaro dove inizia la strada del parco naturale…i primi 200 m il nostro Fulvio Fachiro Gambaro ci ha fatto lo scherzetto di non farci fare la strada “normale” ma di farci arrampicare per una ripidissima rampa con pendenze superiori al 20% che mi obbliga ad andare su a zig zag per non mettere il piede a terra.

Il parco è stupendo, proprio come me lo ricordavo, belle strade, paesaggio da favola e tutto all’ombra. Lungo il parco c’è il 3° controllo di giornata in un bel bar a Fiorenzuola di Focara con terrazza panoramica.

giro delle repubbliche marinare

giro delle repubbliche marinare

giro delle repubbliche marinare

E’ ormai metà pomeriggio, mi faccio una “sosta gelato” e riparto…mi aspetta il caos della vita marittima di Cattolica, Riccione e Rimini.

Arrivo a Cattolica e nonostante sia fine maggio sembra estate! Tutti in costume, tutti a fare il bagno in mare…possibile sia ancora maggio? Tutto bello ma questo significa tantissima gente in strada! Potrei andare sulla statale ma abbandonerei la traccia quindi decido di continuare e di farmi largo tra i bagnanti.

Mi faccio Cattolica, Riccione e a Rimini desisto…mi fermo a farmi una piadina aspettando che i turisti tornino a casa 😉

giro delle repubbliche marinare

Riparto e abbandono il mare…forse inizia la parte che meno mi è piaciuta di tutta l’avventura…mi dirigo verso il 4° controllo di giornata a Savignano sul Rubicone ove arrivo verso le 21.

E’ un bar…ma non mi fermo a mangiare...ormai ho superato i 2000 km…manca poco…quindi penso…non ho mai fatto una notte e mancano “solo” 180 km…vado avanti, pedalo tutta la notte e arrivo a Venezia all’alba.

In queste avventure scatta qualcosa nella propria mente perchè arrivare a sera dopo aver già fatto 300 km e dire…dai SOLO più altri 200 km e sono arrivato…CONTINUO TUTTA LA NOTTE…è da FOLLI! Ma in quel momento mi è sembrata l’unica cosa sensata da fare…semplicemente CONTINUARE A PEDALARE…e pensare che la distanza più lunga pedalata quest’anno sono stati proprio 200 km…oggi ne avrei fatti 500 (!!!!) dopo altri 1700 km fatti nei giorni precedenti. INCREDIBILE.

Monto le luci e riparto pensando di fare ancora un’oretta e poi fermarmi a mangiare da qualche parte, ma purtroppo la zona non era così “viva” come immaginavo ed il posto dove mangiare non lo trovavo…l’unica cosa da fare è continuare a pedalare…utilizzo le app dello smartphone per trovare ristoranti ma sono tutti chiusi…eppure è sabato sera!

La ricerca continua invano…eppure devo mangiare se voglio pedalare per tutta le notte. Inizia ad essere tardi…sia per mangiare che per trovare eventualmente un Hotel…VADO AVANTI.

giro delle repubbliche marinare

Verso mezzanotte trovo un bar aperto e mi ci fiondo dentro…mi mangio 3 tramezzini ed uno me lo porto dietro per la notte.

Via per le valli di Comacchio.

Mi ritrovo in una zona totalmente BUIA! Strada di campagna stretta, nessuna auto a darmi il segno di una presenza umana…stacco la musica dell’ipod perchè mi “ipnotizza” e tende a farmi addormentare…sento solo i rumori delle rane e dei rapaci che sono lì intorno.

Guardo il GPS che mi segnala acqua tutto intorno a me ma io non vedo nulla ed iniziano a girarmi per la testa dei pensieri negativi!

Mannaggia ai pensieri negativi…ero riuscito a tenerli lontani per tutto il viaggio e proprio nelle ultime ore arrivano?! Sono il pericolo maggiore..il pessimismo fa crollare la determinazione e bisogna tenerlo alla larga. Sono  solo, nel nulla e potrebbe succedermi di tutto…se finissi in un fosso mi troverebbero il giorno dopo o peggio ancora se cadessi in acqua chi mi salverebbe visto che non so nuotare?!

Porca miseria…inizio a pensare di aver fatto una cazzata a non fermarmi in qualche hotel per la notte…doccia, dormita come al solito e ripartenza bello fresco la mattina dopo per fare una bella cavalcata fino a Venezia.

Ma avevo deciso di continuare a pedalare e non essendoci nulla intorno a me era l’unica cosa che avrei dovuto fare.

Per rincarare la dose di pessimismo una nuvola inizia a lampeggiare a fianco a me, mi segue, ogni tanto è di fianco e ogni tanto dietro…consulto il GPS per capire se finirò dentro al temporale oppure no.

Sembra che io riesca a sfuggire alla nube carica di fulmini…sembra…almeno questo mi tiene sveglio.

Si alza il vento, brutto segno, sento anche qualche goccia…guardo sul GPS dov’è il paese più vicino per ripararmi perchè qui in strada non c’è proprio nulla…nemmeno un riparo. Mancano circa 5 km al prossimo paese…gocciola…ma in 10 minuti sono in paese e trovo un bar chiuso con una fantastica tettoia. In queste situazioni si apprezza qualsiasi cosa possa essere d’aiuto. Ci sono persino 2 panchine…quasi quasi mi fermo a dormire qui.

Intanto cambio la batteria della luce frontale che mi si è spenta, mi riposo un attimo aspettando di capire se pioverà o meno…sembra che il temporale non voglia sfogarsi quindi…CONTINUO.

Sono diretto verso il successivo punto di controllo ad Adria, dopo un pò la nube temporalesca se ne va, questo mi rincuora molto però almeno la tensione mi teneva sveglio mentre ora mi è preso un gran sonno.

Sono sempre più addormentato e stanco…ma quanto manca ad Adria?? Arrivato lì penso di riposarmi un attimo perchè temo proprio di cadere dalla bici. Ho paura di non farcela ad arrivare al controllo, ho troppo sonno. Nel frattempo però i km all’arrivo diminuiscono e finalmente arrivo ad Adria e trovo anche un locale aperto…molto alternativo. Entro dentro e vengo guardato come un marziano! Mi bevo un caffè ed una Red Bull ma niente…crollo dal sonno.

I clienti del bar iniziano ad essere incuriositi da questo ciclista che alle 3 di notte entra in un bar con la luce accesa sulla testa…da dove arrivi?? Pescara…Pescara??!! …e quando sei partito?? Questa mattina…”mavaffanculononévero??!!

Non ci credono, allora spiego loro cos’è questo Giro delle Repubbliche Marinare e rimangono ancora più increduli. Parlo ancora un pò con loro, facciamo qualche foto ricordo poi li saluto.

giro delle repubbliche marinare

Faccio per ripartire ma non riesco proprio a pedalare…faccio fatica anche a camminare per cui trovo un bar chiuso con le sedie nel dehor. Appoggio la bici al muro, prendo una sedia e la metto in mezzo ai raggi della bici, tiro fuori il telo sopravvivenza (quello argentato) perchè ho un gran freddo, mi appoggio con la testa alla mia Viscacha sottosella che fa da cuscino, mi avvolgo nel telo argentato come un grosso uovo di pasqua e proprio in quel momento passa una pattuglia dei carabinieri…mi guardano dal finestrino, li saluto con la mano e passano oltre.

Dopo una mezz’oretta arriva una ragazza che apre il bar – sono le 3:30 (!!!) – e mi dice di entrare che almeno fa un pò più caldo…entro e chiedo se ho fatto la cazzata di aver fatto suonare l’antifurto, ma lei mi risponde che la domenica apre sempre a quest’ora.

Ne approfitto, mi siedo su una sedia e cerco di riposare anche se proprio non riesco a dormire seduto…mi riposo un pò e prendo la decisione di ripartire solo quando sorgerà il sole…basta buio…sarà anche mentalmente più facile ripartire con il sole.

Faccio 4 chiacchiere con la barista, mi bevo 2 cappuccini e alle 5 riparto.

MANCANO 69 KM!

Riparto per questo ultimo tratto, penso che 69 km, dopo averne fatti oltre 2100 sono una fesseria e invece NON PASSANO PROPRIO!

Cerco di prendere un ritmo regolare ma i lunghi rettilinei che portano a Venezia sembrano interminabili…è la strada che abbiamo fatto all’andata per cui capisco bene quanto manca..e manca proprio poco ma inizio ad avere un gran dolore alla caviglia.

Non riesco più a pedalare bene con la gamba destra ma continuo…manca poco ormai.

Entro in Venezia Mestre ma ormai faccio 3 pedalate e poi mi lascio trasportare per poi riprendere quando ormai l’inerzia finisce.

Riconosco le stradine fatte una settimana prima…ci siamo proprio quando ormai scorgo l’ultimo rettilineo!!!

Vedo il punto di arrivo…metto China town nell’ipod…vedo l’hotel da dove sono partito meno di 7 giorni fa,è dall’altra parte della strada…faccio 300 m…una rotonda 200m…100m…50m…ARRIVOOOOOOOOO!!!

Ce l’ho fatta…i problemi dell’ultima notte e i dolori alla gamba non mi fanno assaporare al massimo la gioia del traguardo ma sono immensamente soddisfatto di me.

Incontro Piero che è arrivato qualche ora prima di me…ci complimentiamo l’un l’altro…foto di rito e si torna a casa…diverso dalla settimana prima.

Ultima tappa 500 km 20 ore di pedalata e 1500 m di dislivello

TOTALE 2200 km

20000 m di dislivello

166 ore totali, 95 ore in sella.

10 regioni, paesaggi incredibili e tante birre 😉

giro delle repubbliche marinare

giro delle repubbliche marinare

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Giro delle Repubbliche Marinare – giorno 6

Avellino  – Pescara

Mi sveglio alle 04:30, ormai ho preso il ritmo della sveglia e non mi pesa più di tanto, mi preparo e pochi minuti dopo le 5 sono di nuovo in sella.

E’ ancora abbastanza buio, esco da Avellino e la strada inizia a salire già dai primi metri. Oggi sarà una giornata con un sacco di dislivello, devo attraversare gli appennini e voglio arrivare sul mare Adriatico. Si inizia ad intravedere il sorgere del sole all’orizzonte quand’ecco sbucare dai lati della strada 3 grossi cani che mi vengono incontro con fare poco amichevole, iniziano ad abbaiarmi a pochi centimetri dalle gambe per cui via, un bell’allungo in salita così mi sveglio bene…insistono ancora qualche centinaio di metri poi demordono e mi lasciano andare.

Devo dire che questo scatto mi ha fatto prendere un buon ritmo e giusto per non farmi rallentare, dopo pochi km ecco arrivare un altro branco di cani randagi con lo stesso modo di fare poco amichevole dei precedenti, ma per fortuna la salita è quasi finita e mi butto già in discesa…in questo caso mi lasciano andare ancora prima del branco precedente.

Non incontro quasi nessuna auto fino a Benevento dove mi fermo a fare colazione. Ormai le giornate le inizio a stomaco vuoto e mi fermo dopo 2-3 ore per fare colazione e funziona.

Riparto e dopo poco incontro i due compagni di avventura milanesi che mi raccontano il simpatico episodio accaduto a loro la sera prima…praticamente arrivano anche loro ad Avellino la sera prima, vanno in Hotel e si sentono dire dalla Reception… “buonasera signor Collino” e lui “no, non sono il signor Collino”…”ma si, ha prenotato poco fa dicendo che sarebbe arrivato in bici”…”si sono arrivato in bici ma non sono il Sig. Collino”…insomma vanno ancora un pò avanti per scoprire che sono andati a dormire nello stesso hotel che avevo prenotato pochi minuti prima di loro. Pensa che coincidenza…Avellino non è poi così piccola 😉

Scambio 2 chiacchiere con loro poi mi incammino verso il primo controllo di giornata, Morcone, dove arrivo verso le 9. Si tratta di un bel agriturismo in cui mi viene anche offerto un pranzo dignitoso…insomma un bel ristoro. Mi fermo una mezz’oretta, parlo con il gestore e scopro che lo sloveno che avevo incontrato il giorno prima aveva viaggiato tutta la notte ed era arrivato li verso le 5 della notte per poi decidere di non ripartire più. Il suo giro delle Repubbliche marinare finiva lì.Effettivamente non aveva una bella cera il giorno prima.

Riparto in direzione del secondo punto di controllo, Trivento, dove conto di arrivare verso l’ora di pranzo.

La strada sull’appennino è decisamente impegnativa, un continuo saliscendi, ma il paesaggio fa dimenticare la stanchezza.

Proprio guardando avanti però inizio a preoccuparmi, il cielo sta diventando minacciosamente nero, anzi nerissimo e sembra che il peggio sia sulla mia strada. Consulto il gps mentre pedalo per capire se incrocerò il temporale e sembra proprio di si. Bè non c’è niente da fare quindi continuo a pedalare, anzi accelero per cercare di arrivare il prima possibile al controllo perchè si tratta di un ristorante e potrei catturare 2 piccioni con una fava…pranzare e ripararmi dal temporale in attesa che passi.

Più avanzo e più il cielo è nero, sempre più nero…ormai mancano pochi chilometri a Trivento e si alza un fortissimo vento…dai che manca poco…3 km….2 km…dai dai che si siamo….FULMINE con il TUONO praticamente in contemporanea! E’ proprio sopra di me. DILUVIO! GRANDINA! Vedo il cartello Trivento e incontro subito una locanda in cui entro direttamente con la bici!

Non è il punto di controllo ma posso comunque pranzare e ripararmi dal diluvio. E’ una piccola locanda di montagna, calda e accogliente. Pranzo con un abbondante piatto di pasta, una birra media e un caffè…prezzo finale 6€ (!!!). Con 6 € da me ti bevi solo la birra. Incredibile…3 piccioni con una fava…pranzato, riparato dal diluvio e risparmiato 😉

Esco dopo un’oretta e non piove più. Riprendo la strada in discesa ed arrivo subito al punto di controllo…timbro e riparto. Sulla strada incontro mucchi di grandine ai lati della strada, per fortuna ho trovato un riparo. Mi aspetta un tratto in pianura prima dell’ultimo colle appenninico, superato il quale arriverò sull’Adriatico.

giro delle repubbliche marinare

Si tratta di una salita di più di 13 km che porta al paese di Torrebruna. Una bella salita con uno splendido paesaggio negli ultimi chilometri.  Supero il passo e mi butto giù in discesa…penso 50 km e sono al mare…e credo sia tutta discesa…SBAGLIATO! Dopo 10 km si riprende a salire e si continua in un continuo saliscendi per altri 10 km.

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Continuo e dopo un pò…FANTASTICO! INTRAVEDO IL MARE! E’ sempre bellissimo per me ritrovare il mare, mi fa capire di aver fatto molta strada e poi, nonostante io ami la salita, pedalare in riva al mare non mi fa pensare alla fatica anzi, ringrazio di poter ammirare il mare mentre pedalo e così facendo i km passano senza sforzo.

Arrivo al 3° controllo di giornata…una gelateria!!! Eccezionale, complimenti a Fulvio per la scelta dei punti controllo 😉 Timbro e mi mangio una bella coppa gelato. Riparto bello carico e mi dirigo verso Pescara. E’ quasi sera e non voglio arrivare in città troppo tardi per cui, ultimo sforzo di giornata e spingo per arrivare in fretta.

Sono le 21, giungo in città che è ormai buio e per fortuna sono arrivato con il buio e non con la luce del sole perchè il ponte della ciclabile è bellissimo illuminato dalle luci artificiali…uno spettacolo! E’ stato un bell’investimento che la città ha fatto per consentire alle biciclette una tranquilla pedalata.

Cerco un hotel con l’app di booking (utilissima nel mio viaggio) e prenoto un hotel in centro, prima però voglio farmi una bella frittura di pesce in riva al mare. Pedalando mi vengono “le voglie” come alle donne incinte…la minestra di farro in Toscana, le mozzarelle di bufala in campania, la frittura di pesce qui in riviera…sono i piccoli premi che mi “consegno” a fine giornata 😉

repubbliche pescara ponte

repubbliche marinare
repubbliche pescara frittura

Arrivo in hotel, porto come al solito la bici in camera  e via…una doccia che azzera il contachilometri della fatica e un bel sonno…domattina si riparte all’alba.

Notte

275 km  – 5000 m di dislivello – 13 ore di pedalata.

repubbliche marinare

 giro delle repubbliche marinare

 

 

giro delle repubbliche marinare

Giro delle Repubbliche Marinare – giorno 5

Formia (LT)  – Avellino

Come ormai consuetudine, sveglia presto e partenza verso le 5 di mattina, è una bella giornata, parto da Formia e, dopo poche pedalate, trovo subito un bar aperto…colazione!

giro delle repubbliche marinare

A stomaco pieno parto per il primo obiettivo di giornata Caserta. L’altimetria di questo tratto sembra semplice, ma ormai mi sono reso conto che il “semplice” non esiste, soprattutto quando hai le gambe ormai stanche, per cui decido di non preoccuparmi se faccio fatica ad ingranare e mi avvio con un buon passo ma senza strafare. La strada che porta a Caserta è un continuo sali-scendi che non mi permette di prendere un ritmo regolare e la strada si impenna negli ultimi km prima del check point, a pochi metri dalla famosa Reggia dell’omonima città.

Prendo con calma la salita che conduce all’ingresso di Caserta quand’ecco che, dietro di me, sento il tipico suono emesso dalle ruote in carbonio quando ci si alza sui pedali….tradotto…come si dice in gergo…mi stanno “scattando in faccia”! Cosa che non sopporto e che non sopporta nessuno in generale, ma io sono uno “scalatore” e la cosa la reggo poco, ma ho una bici che carica pesa oltre 15 kg ed ho già percorso circa 1500 km…e quindi?? Passa il primo..e va bene….passa il secondo…e va bene…passa il terzo…ed inizio a spazientirmi…poi man mano che passano vedo che vanno sempre più piano, finchè mi passa un altro…e via, gli prendo dietro, rispondo allo scatto con la mia bici paracarro da viaggio, gli prendo la scia, lo affianco…lo guardo con lo sguardo che dice “ma non vedi che sono in viaggio con una bici da 15 kg carica di borse…perchè ca..o mi scatti in faccia?” …e gli scatto in faccia io! Che scemo che sono…però in salita mi piace la battaglia, anche quando so di venire sconfitto…ma quando si combatte anche la sconfitta è una piccola vittoria.

Insomma entro in Caserta con il cuore in fuori soglia, stanco ma soddisfatto, cerco il punto del check-point, sono passate circa 4 ore e 30 come da programma e mi faccio una sosta per mangiare qualcosa ad un chiosco in centro.

Riparto, ora la strada è piatta fino ai piedi del Vesuvio, dove mi aspetta il passo di Agerola che mi porterà sulla costiera Amalfitana.

Quando arrivo nel napoletano me ne accorgo dal “suono” dei paesi….CLACSON, clacson e ancora clacson. Qui si parla suonando il clacson, il traffico aumenta…meglio spegnere l’ipod. Altro indizio di essere in questa zona me lo danno i rifiuti ai bordi delle strade, nel migliore dei casi contenuti in sacchi neri buttati per terra e basta, come se ci fossero dei cassonetti trasparenti. Il fatto curioso è che in queste zone l’immondizia si trova lungo le strade ma distante dai luoghi abitati, non ci sono case nei dintorni, quindi qui caricano l’immondizia in auto e viaggiano fino a qui per buttare per strada l’immondizia….mah :-/

Ad un certo punto la strada diventa sterrata…penso “sarà sbagliata”…invece no, si percorre un bel pezzo su strada sterrata, facendo attenzione a non forare. Nel frattempo il tempo peggiora di colpo, lo avevano previsto, ma la giornata era talmente bella la mattina che sembrava impossibile un peggioramento così repentino. Invece no, avevano proprio ragione ed io ora mi trovo a scappare letteralmente ad un violento temporale che vedo arrivare da dietro…mi metto a spingere forte pensando di riuscire a tenermelo dietro, il vento inizia a soffiare forte, qualche goccia arriva ma più che altro portata dal vento.

Ce la faccio, ce la faccio…dai che ce la faccio…invece no. Un tuono decisamente forte mi fa capire che non ce l’ho fatta…è stato più veloce di me. E’ inutile insistere, è ora di pranzo e cerco un bar per poter mangiare qualcosa…mi indicano un forno poche centinaia di metri più avanti dove fanno da mangiare, lo trovo, parcheggio la bici li davanti e subito arriva un “local” a dirmi che i “miei amici” erano li al bar a fianco. Miei amici?? Penso io… Mi guardo in giro e trovo i miei compagni di avventura milanesi che si erano appena fermati in un bar per ripararsi dalla pioggia e, vista l’ora, a pranzare.

Mi siedo con loro a fare due chiacchiere ed a mangiare un boccone, nel frattempo ci intratteniamo a parlare con un ragazzino e relativo nonno che si offrono di dare un’occhiata alle nostre bici e ci danno consigli sulla strada migliore per arrivare ad Amalfi…ma noi abbiamo una traccia da seguire…e quella è la strada migliore 😉

I partenopei sono fortissimi quando parlano tra di loro…per la verità non parlano, fanno dei versi in codice che comprendono solo loro e a cui danno significati differenti in base all’intonazione con cui si emettono. Simpaticissimi 😀

Smette di piovere, salutiamo il ragazzino con il nonno e ci incamminiamo sul passo che ci porterà ad Agerola…sono bellissime queste mini storie all’interno di questa lunga avventura.

Arrivato in punta al passo di Agerola intravedo il mare…pochi km in discesa e arrivo su di un bellissimo balcone sulla costiera Amalfitana, il tempo non è splendido, ci sono ancora parecchie nuvole ed io indosso il mio compagno di giornata – l’antipioggia in gore-tex – però il paesaggio toglie il fiato.

giro delle repubbliche marinare

Scendo lungo la strada che mi porterà ad Amalfi e devo dire la verità, dopo aver tanto sentito parlare delle strade strettissime della costiera me le aspettavo peggio…molto più strette le stradine liguri…certo il problema è che qui i pullman pretendono di passarci tranquillamente…e non ci passano.

La strada che porta ad Amalfi è bellissima ed il paesaggio lascia senza fiato…sono sempre fermo a fare foto…sto perdendo un sacco di tempo ma ne vale la pena.

Mi avvicino sempre più all’obiettivo più a sud del mio viaggio…Amalfi è vicina. Faccio addirittura la coda per poter entrare in Amalfi e finalmente, verso le 16 arrivo nella piazza centrale di Amalfi…bella, molto bella, ma forse mi aspettavo qualcosa di più…”wow”..sarà stata forse la giornata nuvolosa ma, dopo essermi fermato a contemplare un pò la cittadina sono ripartito per il controllo che mi porterà al giro di boa, Maiori, e ci arrivo pochi minuti dopo.

giro delle repubbliche marinare giro delle repubbliche marinare giro delle repubbliche marinare

Il controllo è in una gelateria ed io non vedevo l’ora per farmi una crema di caffè gelata da assaporare tranquillamente nel dehor del locale proprio di fronte al mare.

Nella gelateria c’è anche un altro compagno di viaggio, uno dei 3 sloveni presenti…c’è una leggenda che gira intorno agli sloveni…sembra che non dormano! Effettivamente il ragazzo in gelateria non aveva affatto una bella cera, era rossissimo e con lo sguardo assente.

Finisco la mia crema di caffè, faccio timbrare il cartellino e riparto, mentre lo sloveno rimane ancora lì… a fissare il vuoto.

giro delle repubbliche marinare

Da Maiori si torna indietro verso il napoletano, ma per farlo bisogna valicare il passo di Chiurzi, 11 km di salita per oltre 600 m di dislivello non saranno certo una passeggiata da affrontare nella seconda parte della giornata. Naturalmente riprende a piovere, decido di non fermarmi a vestirmi finchè la pioggia non si trasformerà in temporale…ma non passa molto tempo. La pioggia aumenta ed io sfrutto una delle poche case sul percorso per cambiarmi, mi piazzo sotto il balcone e mi rivesto per la pioggia, per la terza volta nella giornata odierna .

Prendo un’andatura regolare ed in poco più di un’ora sono in cima al passo…nel frattempo era già di nuovo uscito il sole ed io mi ero già tolto l’abbigliamento da pioggia. Mi fermo in cima al passo e mi godo una vista spettacolare..da qui si vede benissimo il golfo di Napoli ed il Vesuvio con quella luce che si ha solamente dopo i temporali. Sto per ripartire e chi arriva? Il ragazzo sloveno, in maniche corte (!) e non curante del freddo – sembra impossibile ma faceva proprio freddo  -si butta prima di me in discesa. Pochi minuti e lo raggiungo, ha lo stesso sguardo perso che aveva in gelateria e mi sembra evidente che abbia freddo. Gli chiedo se avesse bisogno di aiuto ma lui mi liquida con un semplice “no problem”. Mah…duri questi sloveni.

giro delle repubbliche marinare

Continuo il mio avvicinamento all’ultima tappa di giornata, il controllo di Avellino.

Attraverso la città di Nocera Inferiore…non mi è piaciuta…molto caotica, troppo caotica. Continuo a pedalare, mi faccio un altro pò di salita e in serata arrivo ad Avellino dove scopro che il controllo è libero, quindi va bene una qualsiasi attività commerciale che mi emetta uno scontrino da allegare al cartellino.

Dopo il controllo, visto che ormai è sera e sono un pò stancuccio decido di andare a mangiare e di trovare un albergo…vado in una pizzeria ed esagero…mi scolo una birra media praticamente in una sorsata e, complice la stanchezza, mi rincoglionisce e quasi mi ubriaco. Dopo aver mangiato una buona pizza però mi riprendo e mi reco in albergo.

Porto su la bici…mi faccio una doccia – fondamentale per azzerare il contatore della stanchezza 😉 – è ormai mezzanotte, vado a dormire perchè la sveglia suonerà tra poco più di 4 ore.

Ho superato il giro di boa…

All’hotel è accaduto un episodio simpatico di cui sono venuto a conoscenza solo il giorno dopo…ma ve lo dirò nel prossimo post 😉

Notte

giro delle repubbliche marinare

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Giro delle repubbliche Marinare – Giorno 4

Manciano (GR) – Formia (LT)

Me la prendo un pò comoda e parto da Manciano verso le 5:30, c’è molta umidità e persino la mia videocamera ha l’obiettivo appannato. Un pò di nebbiolina avvolge le colline toscane ma si dirada in fretta e mi lascia ammirare una memorabile alba con un sole “gigantesco”!

giro delle repubbliche marinare

Pedalo in questa bellissima zona della maremma toscana in cui incontro pochissimo traffico e mi godo il paesaggio quando quest’ultimo cambia inesorabilmente e, al fondo di una discesa di pochi chilometri, mi trovo davanti agli occhi un “mostro di cemento” dall’aspetto post-atomico che mi dà il benvenuto nel paese di Canino, dove trovo il primo bar della giornata.

Mi fermo e…ma qui parlano in romano…ma non sono in Toscana? Evidentemente mi sto avvicinando al Lazio. Dall’altimetria del tratto per raggiungere il primo check point sembra quasi una passeggiata, invece si rivela decisamente ostico…sarà la mattina e la stanchezza ma subisco abbastanza questi continui sali scendi. Nel frattempo mi ricordo di quanto avessi avuto le gambe a “rischio crampi” questa notte nel letto così decido di passare in farmacia a comprare dei sali minerali – vero che bevo solo acqua e non prendo alcun integratore, ma forse un pò di sali qui ci vogliono – per cui mi fermo alla prima farmacia che trovo e faccio acquisti, sali minerali e Pasta di Fissan…che non si sa mai 😉

Riparto e raggiungo il controllo a Vejano dove mi ristoro un pò e incontro altri 3 compagni di avventura, uno dei quali, dopo aver sentito dei miei problemi di acidità di stomaco, mi offre una “alka-seltzer” che semplicemente..mi sistema lo stomaco. Perfetto! Mi incammino verso il secondo check point di giornata e verso la capitale, ma mi prende un languorino che mi fa entrare direttamente con la bici all’interno di un piccolo negozietto di formaggi…prendo 3 bocconcini di bufala e me li mangio come fossero 3 bignè…ho ancora adesso in mente la bontà di quelle 3 mozzarelle. Le piccole cose, nei momenti giusti, non hanno prezzo 😉

Imbocco la braccianese…e la MALEDICO. Strada ORRENDA, da fare con una MTB non con una bici da corsa e per di più con un traffico totalmente “irrispettoso” del loro compagno di viaggio in bicicletta. Insomma…un incubo. Finalmente però arriva l’ora di pranzo e mi fermo in un ristorantino tipico romano dove mi mangio un buonissimo piatto di spaghetti cacio e pepe…e naturalmente una media bionda. Sazio mi rimetto in cammino, supero Fiumicino (molto triste) e rivedo il mare a Ostia Lido dove però, come mi aveva detto poco prima il mio amico Piero che mi precede di 3 ore, soffia un forte vento contrario. Mi metto l’anima in pace e pedalo controvento per raggiungere il secondo check point di Ardea  – Lido dei Pini. Arrivato lì incontro un bel gruppetto di compagni di avventura – avevo cenato con loro la prima sera in pizzeria prima di salutarli per  andare a riposare in albergo  –  mangio un gelato, bevo una coca, saluto il gruppetto di randonneur e riparto subito…rimango presto di nuovo da solo.

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Supero Latina ed in breve ritorno sul lungomare…un bellissimo lungomare, diverso dal solito…alla francese…con pochissimi stabilimenti, oppure è ancora troppo presto per la stagione balneare…ma insomma mi trovo su questa lingua d’asfalto qualche metro sopra il livello della spiaggia con la strada contornata da cespugli selvaggi in mezzo ai quali, ogni tanto, parte un bel sentiero in legno che porta alla spiaggia. Ero arrivato al Lido di Sabaudia, una splendida sorpresa con sullo sfondo il Circeo.

giro delle repubbliche marinare

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Lasciata la bella Sabaudia l’obiettivo di giornata è Formia e, a giudicare dalla strada e dal passo di Itri che devo ancora fare, mi devo sbrigare. Lungo la strada ritrovo nuovamente il mio amico Doug in compagnia dei 2 “milanesi” che mi ri-sorpassano mentre io mi attardo in un chiosco di mozzarelle di Bufala a parlare del più e del meno con i locals…molto incuriositi da questi matti che stanno viaggiando con le bici cariche di borse. Quando dico loro del Giro rimangono increduli, come del resto quasi tutte le persone a cui lo descrivo. Forse però le chiacchiere non sono state una perdita di tempo perchè giungo a Sperlonga attardato ma giusto in tempo per ammirare uno splendido tramonto mentre salgo lungo il passo verso Itri. Non so quanto ho impiegato a fare questo passo…ero sempre fermo a fare foto al tramonto…uno SPETTACOLO!

giro delle repubbliche marinare

Arriva la sera, si fa buio e accendo le luci. Mancano ormai pochi km a Formia quando vedo una lucina lungo la strada…era Doug, rimasto da solo, che mi chiede “un passaggio” fino a Formia. Ci incamminiamo insieme e poco prima delle 22 arriviamo a destinazione. Nel frattempo Paola (mia moglie che mi dava una mano nella logistica) mi aveva trovato un alberghetto proprio nel centro. Alla fine ci andremo tutti e 4 – io Doug e i 2 milanesi –  in quell’hotel. Prima però ci vuole una bella cena e ce ne andiamo in un bel ristorantino a saziare la nostra fame.

giro delle repubbliche marinare

Formia mi ha fatto un’ottima impressione…molto bella, si mangia e si beve bene e si spende pochino…c’è solo un problema di “linea” con i bancomat…sembra non funzionino da nessuna parte…;-)

Verso la mezzanotte entro nel letto…domani si raggiunge la costiera Amalfitana e la terza sospirata Repubblica Marinara.

Notte 😉

giro delle repubbliche marinare

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Giro delle Repubbliche Marinare – Giorno 3

Borghetto di Vara (SP) – Manciano (GR)

giro delle repubbliche marinare

Mi alzo alle 4:30, guardo fuori dalla finestra e vedo gli altri randonneur che hanno dormito in Hotel pronti per partire…mi sembra non piova.

Preparo le borse, le metto sulla bici ed alle 5 sono in strada, pronto per partire ma….ma mi ero sbagliato…PIOVE! Eccome se PIOVE!

Proprio in quel momento l’intensità della pioggia si fa “decisamente seria” per cui tiro fuori tutto l’abbigliamento da pioggia…mi metto il copricasco  e la fantastica giacca GORE in GORE-TEX, i pantaloni antipioggia e i copriscarpe in neoprene. Infine i guanti in lattice completano il  mio “scafandro” per pedalare tranquillo sotto la pioggia.

giro delle repubbliche marinare

Si parte sotto la pioggia

Parto verso le 5:15 sotto l’acqua, la strada è in discesa e non fa caldo…è ancora buio. Mi incammino, per fortuna l’intensità della pioggia è intermittente e non così forte. Verso le 6 mi fermo a fare colazione con 2 cappuccini…già perchè non vi ho detto che dalla sera prima ho una fortissima acidità di stomaco che riesco a tenere a bada solamente con il latte.

Riparto ma dalle parti di Sarzana il cielo si fa nerissimo, inizia a piovere dapprima forte e poi….FORTISSIMO! Una cosìddetta Bomba d’acqua come si è soliti chiamare oggi questi violenti acquazzoni.

Non mi fermo perchè mi dico che un’intensità del genere non può durare a lungo…infatti dura una decina di minuti…ma quanto sono stati intensi! Non vedevo praticamente nulla…però l’abbigliamento mi ha confermato tutta la fiducia che già mi aveva dato al Tuscany Trail. Non una goccia d’acqua è passata sotto i gusci esterni.

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Lungomare a Marina di Massa

In breve sono sul lungomare di Sarzana lascio la Ligurisa ed entro in Toscana, ora il vento ha preso il posto della pioggia. Un gran vento laterale che mi fa pedalare nella classica posizione inclinata come se fossi appoggiato ad un muro…appunto un muro di vento che soffia dal mare.

Questo vento sarà il fil rouge di tutta la giornata…fino a Grosseto mi ha fatto compagnia. Purtroppo nei primi 150 km è stato laterale o contrario.

Mi faccio tutto il lungomare, passo da Massa e mi vengono in mente i ricordi di un mese fa quando partii per il tuscany, continuo a stare a fianco del mare, i paesi passano veloci, Forte dei Marmi, Lido di Camaiore fino a Viareggio, purtroppo la giornata non è splendida e non mi fa godere più di tanto del bel paesaggio che mi circonda…

Da qui mi allontano dal mare in direzione del primo controllo di giornata…Pisa. Ci arrivo verso le 10 e subito vengo attratto dal chiosco degli hot-dog…impossibile resister e ne prendo subito uno. La mia acidità di stomaco è ancora lì, ma va un pò meglio. Mangio ai piedi della bellissima Torre pendente, faccio un pò di foto, chiamo casa e riparto.

giro delle repubbliche marinare
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Pisa – piazza dei miracoli

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Pisa – la torre e la mia Litespeed

Il vento continua ad essere violentemente laterale, anche se per brevi tratti passa dietro…ed allora diventa, come lo chiamo io…”la Mano de Dios”…una delle sensazioni più belle che si possano avere in bicicletta. Si va forte e non si fatica 😉

Passo da Cecina, Bibbona ed il vento inizia a cambiare direzione…sempre più spesso è dietro a spingermi. Arrivo al bellissimo Castagneto Carducci, purtroppo le belle case hanno come sfondo un cielo nerissimo. Mi faccio gli oltre 10 km di salita che portano a Castagneto ed a Sassetta dove in via precauzionale mi metto già il giubbotto in gore-tex convinto di prendere un bel lavandone di li a poco. Invece?? Nulla! Scoprirò dopo di aver lasciato alle spalle un bel pò di grandine!

La discesa che porta a Suvereto, 2°controllo di giornata, è qualcosa di incredibile! Rallento per poterlo gustare più a lungo…scendo “morbido” in questa lingua d’asfalto dalle curve sinuose circondato dagli uliveti, ed in breve arrivo a Suvereto. Solito timbro, un cappuccino, una chiacchiera con altri amici rando che giungono di li a poco e riparto.

giro delle repubbliche marinare

Questo è il 3° segmento della mia giornata, in genere me la dividevo idealmente in 3 parti. Tre segmenti, tre controlli…fino al primo tranquillo, nel secondo pranzo e verso il controllo inizio a spingere un pò e dopo il 2° controllo spingo bene fino a fine giornata. Questo schema ha sempre funzionato e mi ha fatto arrivare a fine giornata più in spinta che al mattino.

Anche il vento è dalla mia parte ed inizia a stare sempre di più alle mie spalle. In un momento di “estasi”, preso dalla velocità, dalla facilità di pedalata e dal fantastico paesaggio che mi circondava, ho tolto gli occhi dal navigatore e mi sono saltato un incrocio. Nulla di grave, pochi km in più…torno sui miei passi e ritrovo la traccia.

giro delle repubbliche marinare

Pedalo nella zona di Grosseto in stradine di secondarie veramente belle ed arrivo al 3° controllo di giornata, Marsiliana, decisamente in anticipo rispetto al previsto. Non sono nemmeno le 20. Qui incontro il mio nuovo amico Doug da Seattle, dopo la partenza non l’ho più visto. E’ stao un pò con i famosi sloveni, di cui la leggenda narra che non dormano…e così ha fatto per un pò anche lui…poi li ha lasciati andare.

Decidiamo di andare avanti, 20 km davanti a noi c’è Manciano, sembra un paese abbastanza grande, ma i km sono quasi tutti in salita per cui bisogna fare in fretta per arrivare prima che gli hotel chiudano il check-in.

giro delle repubbliche marianre

giro delle repubbliche marinare

Ombre lunghe

Parto “deciso”, le gambe incredibilmente spingono proprio bene e Doug si stacca subito. Pedalo bene, ma internet non prende e non riesco a trovare gli hotel online così chiamo casa e chiedo a Paola e Alice di cercare degli Hotel a Manciano. Me ne trovano uno, un bel B&B cui è collegato un ristorante. Perfetto.

Vado in camera, doccia veloce e subito a cenare. E’ un tipico ristorante toscano e mi prendo una zuppa di farro che è la fine del mondo. Sarà che la sera prima praticamente non ho mangiato ma questa zuppa è così buona che ne prendo un altro piatto!

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Se passate da Manciano fatemi un fischio che vi dò l’indirizzo per farvi una buona mangiata.

Giornata finita… 332 km!!!

Incredibile! Sono sbalordito da quanti km si possano fare in bici in una giornata.

Vado a dormire…domani si va nel Lazio.

Buona notte 😉

giro delle repubbiche marinare

Giro delle Repubbliche Marinare – Giorno 2

Fiorenzuola d’Arda (PC) – Borghetto di Vara (SP)

giro delle repubbiche marinare

Sveglia alle 4:30…stranamente non faccio fatica a svegliarmi, in queste situazioni la concentrazione ti fa proprio cambiare stile di vita.

giro delle repubbliche marinare

Preparo tutto e parto poco dopo le 5. L’aria è fresca e non  sembra una bella giornata come ieri…stranamente non ho nemmeno guardato il meteo…intanto pedalerò tutto il giorno, quindi chi se ne frega del meteo…se piove la prenderò comunque 😉

Mi aspetta forse la giornata più dura di tutta le settimana, ho in programma di arrivare a Borghetto di Vara che dista circa 260 km, che sono relativamente pochi, ma il dislivello è molto elevato…siamo vicini ai 5000 m. con 4 colli da scalare.

Il primo è lunghissimo, si tratta del Passo del Tomarlo che è lungo 23 km ma che, tra una salita e l’altra si trasforma in una salita discontinua di circa 50 km !!! Naturalmente inizia a piovigginare, dapprima una leggera pioggerellina ma che si trasforma in una incessante pioggia, per cui decido di mettermi la mia giacca in GORE – TEX della gore Bike Wear, forse il capo di abbigliamento che ho utilizzato di più in questo giro…semplicemente fantastica!

Faccio partire l’MP3 e mi incammino con un buon passo su per il colle, paradossalmente vado quasi più forte in salita che in pianura…adoro le salite!

giro delle repubbliche marinare

Supero il passo ed arrivo, dopo pochi km di discesa, al primo checkpoint di giornata a Santo Stefano D’Aveto dove, con mio grande stupore, trovo una decina di randonneur, tra cui il mio amico Elio, che non avevano dormito la notte…solo io avevo deciso di fermarmi alla prima notte, tutti gli altri avevano preferito continuare a pedalare per tutta la notte….ma io sono un novellino e la mia idea di viaggio prevede di fermarsi ogni giorno a dormire…dormire bene per pedalare forte il giorno dopo.

Mi faccio una bella discesa ed un bel tratto di trasferimento che mi porta ai piedi del secondo colle di giornata, il Monte Fasce che, a detta dell’organizzatore Fulvio Gambaro, è più duro del passo appena affrontato. Difatti la salita è più corta, si parla sempre di 14 km ma con tratti con pendenze decisamente impegnative, a metà una piccola discesa mi porta ad affrontare 4 km consecutivi oltre il 10% con un ultimo km finale con una pendenza tale da obbligarmi ad andare su a zig zag! Credo non mi fosse mai successo prima di fare una salita con la bici da strada salendo in questo modo…ma la bici carica è molto pesante e la giornata è ancora lunga.

giro delle repubbliche marinare

Finalmente si vede il mare dal monte Fasce!

Finalmente arrivo in cima al Monte Fasce e finalmente, con lo stesso entusiasmo con cui un naufrago grida “Teeerra”, posso gridare “Maareeeee”! Da quassù si intravede il mar ligure, ed è uno spettacolo! Di li a poco però si alza velocemente la nebbia e non vdrò più nulla fino a pochi km da Genova. Con una velocissima discesa entro in Genova verso le 14 del pomeriggio, passo di fianco ad un fruttivendolo ambulante e mi viene una gran voglia di fragole…non resisto, mi fermo e mi mangio un cestino di fragole in pochi minuti…ci voleva proprio…iniziavo ad avere fame. Con il senno di poi posso però dire che nei primi 2 giorni non mi sono alimentato bene, e questo mi ha provocato una forte acidità di stomaco.

Finalmente si vede il mare dal monte Fasce!

La nebbia corre veloce!

Giro delle repubbliche marinare

Discesa verso Genova

Riparto subito ed affronto il litorale ligure, come sempre bellissimo ma tutt’altro che piatto, con la breve ma ripida ruta di Camogli, in cima alla quale mi mangio un gelato per placare un pò la fame…ma non basta.

Riparto e supero Rapallo, Chiavari e Sestri Levante…prima di partire avevo ipotizzato di fermarmi a dormire proprio a Sestri, mentre quando la attraverso sono appena le 18, quindi sono ampiamente in tabella..anzi ho già un buon vantaggio, per cui affronto l’ultimo colle di giornata, il Colle Bracco 16 km, non estremi, ma dopo aver già fatto più di 230 km con quasi 4000 m di dislivello anche un cavalcavia diventa ostico.

Discesa verso Genova

In cima al Passo Bracco

Con grande sorpresa però noto di stare decisamente bene, le gambe spingono meglio adesso che sul primo colle, lungo la salita incontro altri randonneur e questo, come sempre, mi da una gran forza, e decido di alzare ancora di più il ritmo. In un’oretta sono in cima, fa un gran freddo ed il sole inizia a scendere…mi butto in discesa, il 3° checkpoint di giornata si trova a Borghetto di Vara e non dovrebbe essere distante, infatti giungo di li a poco al ristorante-Hotel che funge da checkpoint, non sono nemmeno le 20 – decisamente prima del previsto… metto il timbro sul cartellino ed ho anche la mezza idea di continuare, ma fa freddo ed ho visto le tavole imbandite…per cui decido di fermarmi a mangiare e a dormire qui.

Vado in camera, mi faccio una bella doccia e scendo a cenare…nel frattempo arrivano anche gli altri compagni di avventura. Ho una fastidiosa acidità di stomaco che mi da fastidio anche a mangiare per cui mangio poco e decido di farmi fare un latte caldo…questo riesce a calmare per un pò l’acidità.

Saluto tutti e vado a dormire…domani si va a Pisa e si arriverà dalle parti di Grosseto…molta pianura.

Questa era una giornata decisiva per capire il futuro dell’avventura…ed è andata molto bene, tiro le somme…le gambe reggono benissimo, la testa pure, le medie sono alte…il viaggio continuerà 😉

Notte 😉

Giro delle repubbliche marinare

finale di giornata

giro delle repubbliche marinare

Cartellino aggiornato

 

 

giro delle repubbliche marinare

Giro delle Repubbliche marinare – giorno 1

Parto dalla fine dicendo che….ce l’ho fatta!

E’ stato tutto perfetto, un viaggio fantastico di una settimana solo con me stesso, il sole, la musica, la mia ombra, le innumerevoli albe e tramonti ed i bellissimi paesaggi della nostra penisola.

Paradossalmente non è stato faticoso…sarà stata la sensazione di libertà data dal vento in faccia ma ancora adesso non mi capacito di come potessi pedalare per tutto il giorno senza accusare stanchezza, anzi, pedalavo più forte a fine giornata che al mattino.

Ci sono state giornate con bel tempo ed altre con brutto tempo, ma dopo le giornate di pioggia passate al Tuscany trail, niente ormai mi spaventava più….come dice Baden Powell “non esiste cattivo tempo ma cattivo equipaggiamento”…ed il mio equipaggiamento era perfetto! Avrei potuto stare per delle ore sotto l’acqua senza bagnarmi neppure i piedi.

La mia “Poderosa” Litespeed è stata perfetta, non ha mai avuto il minimo problema tecnico, mai un salto di catena in 2200 km…merito anche di chi mi ha fatto la messa a punto… grazie Bikecafe di Pinerolo 😉

Sulla fine mi sono fatto una media di 320 km al giorno con un tappone finale di 500 km da Pescara a Venezia…incredibile.

E’ stata un’esperienza che sicuramente mi rimarrà dentro, indelebile.

Ora mi accingo a descrivere brevemente le singole giornate così da dare informazioni a chi le desidera e avere memoria storica di questo bellissimo viaggio.

Buona lettura…

Bene…ci siamo…ormai sono in ballo e bisogna ballare.

Quando quest’inverno mi imbattei in quest’avventura la presi un pò alla leggera, ma ora non ci si poteva più tirare indietro, e dopo gli esperimenti del Tuscany, era ora di mettersi veramente alla prova.

giro delle repubbliche marinare

La “poderosa” Litespeed è pronta

La sera prima della partenza si cena tutti insieme e mi trovo circondato da randonneur con grande esperienza, chi ha fatto la mitica Paris – Brest – Paris, chi la 1000 miglia…e invece quando chiedono a me? Rispondo che non ho fatto mai nulla del genere prima…al massimo 150-180 km…e mi guardano come se fossi un matto. Per di più dico loro che la farò in solitaria e senza usufruire del servizio di “bag drop”, un utile servizio con cui ti puoi far portare a 2 tappe – i 700 e 1400 km – dei bagagli così da poter viaggiare più leggero…e mi guardano sempre più come fossi un matto…o un pirla…dipende dai punti di vista 😉

A me però piace il motto…”se vuoi fare il leone…fallo almeno incazzato”.

Vi dico solo che il roadbook era un libro di 30 pagine!!!

Giro delle repubbliche marinare

Roadbook e tagliandi di controllo per i checkpoint

Il mattino seguente è il grande giorno…mi aspettano 2200 km e 20000 m. di dislivello…ma per fortuna la prendo alla leggera ma con la giusta determinazione e concentrazione…del resto io non lo vedo come 2200 km ma piuttosto come un viaggio di una settimana in bicicletta 😉

Si parte alle 10…è una bellissima giornata…persino troppo calda per pedalare tutto il giorno sotto il sole. I primi 300 km – qui ormai si parla di centiania di km per volta – sono quasi totalmente piatti, solamente un breve colle di 4 km dopo il primo checkpoint spezzerà un pò la monotonia della pianura padana.

Si parte subito forte! Nei primi km ci alterniamo alla testa del gruppo di 60 pazzi scatenati io ed il mio amico Piero Rivoira, grande esperto di ultra cycling che è venuto qui per allenarsi in vista della transcontinental race (3300 km da Londra a Istambul), con medie decisamente alte per il tipo di evento…35-38 km/h non sono pochi pensando di farne 2200.

Passiamo i vari checkpoint, i km vanno via veloci…mangio poco, e questo non va bene, arrivo ai 190 km e non sto benissimo…brividi ed un pò di nausea…piccolo colpo di calore. Finchè sto fermo non miglioro quindi…meglio pedalare. Infatti dopo una trentina di km a velocità più tranquille (30 km/h) mi riprendo e passa tutto.

Gli ultimi 100 km li facciamo nei luoghi verdiani, Soragna, Busseto e finalmente in serata arriviamo al traguardo di giornata.

Arriviamo a Fiorenzuola D’arda, 3° checkpoint di giornata, verso le 21 e , come avevo preventivato prima della partenza, mi cerco un hotel ed un ristorante. Tutti continuano a pedalare per tutta la notte, ma io non sono abituato a farlo e preferisco gestirmi le forze, mangiare bene e dormire bene. Dopo aver mangiato una buona pizza e bevuto un’immancabile birra media vado a dormire e punto la sveglia sulle 4:30…il giorno dopo è uno dei più duri. Mi aspettano 260 km e circa 5000 m di dislivello.

giro delle repubbliche marinare

3 checkpoint

terzo checkpoint di giornata

Domani capirò come andrà questo Giro delle Repubbliche Marinare e soprattutto se sarò in grado di portarlo a termine oppur no.

Buona notte 😉

birra 1

Premio di giornata

giro delle repubbliche marinare

 

tuscany trail

Di ritorno dal Tuscany trail – giorno 3

Sono circa le 5:45 del mattino quando ci svegliamo, guardiamo fuori dalla finestre e…piove ancora! Questo tempo non accenna a migliorare…si preannuncia una giornata lunga e faticosa, ma io ho un impegno inderogabile per domenica…il saggio di Alice!

Faccio 2 calcoli e controllo gli orari e le tratte dei treni.

E’ praticamente impossibile arrivare in serata all’arrivo, tra l’altro gli ultimi treni per tornare, una volta arrivati al termine del trail, sono alle 18:45..troppo presto! Più verosimilmente a quel ritmo sarei arrivato al traguardo tra la mattina ed il primo pomeriggio di domenica.

Quindi??

O completavo il Tuscany mancando però il saggio di Alice con grandissimo dispiacere da entrambi le parti…oppure nutrivo il mio orgoglio andando fino in fondo…nemmeno a pensarci.

Faccio un’abbondante colazione con i miei nuovi compagni di viaggio e partiamo alla volta di Siena. Appena partiti incontriamo la mitica Ausilia Vistarini fresca detentrice del record femminile all’Idita Road, il famoso trail di 2000 km che si svolge ogni anno in Alasca, ed in sua compagnia (mannaggia quanto pedala!) arriviamo a Siena verso le 9:30 del mattino…naturalmente piove ancora.

tuscany trail

Questo è il mio traguardo di giornata. Purtroppo ho scoperto che da Siena in avanti i collegamenti ferroviari sono alquanto problematici quindi, visto che naturalmente ho deciso di tornare per vedere il saggio di mia figlia, qui finisce la mia avventura, faccio la foto di rito in piazza del Campo e mi avvio verso la stazione per tornare verso Massa a riprendermi l’auto.

tuscany trail

Conclusioni?

Percorso estremamente duro, soprattutto se affrontato in modalità bike packing con bici da viaggio e borse annesse, posti magnifici, peccato che il maltempo me li abbia, a volte, nascosti alla vista….però fantastico modo di utilizzare la bicicletta. Viaggiare è bellissimo già di per sè, ma farlo “lentamente” in bicicletta ti permette di osservare meglio tutto ciò che ti circonda, ed il senso di “avventura” completa ciò che si è dimostrato essere un fantastico viaggio attraverso una delle regioni più belle d’Italia.

Il materiale tecnico che avevo al seguito si è dimostrato ottimo!

Il GPS GARMIN DAKOTA 20 è stato perfetto, mai un problema, la batteria è durata circa 15 ore con schermo sempre acceso e la possibilità di cambiare le stilo si è rivelata comodissima…inoltre vi garantisco che è impermeabile!!!

Stesso discorso per la videocamera VIRB, sempre di GARMIN, ottime riprese e totale impermeabilità.

tt garmin

Soddisfattissimo anche della giacca in Gore-tex di Gore che mi ha permesso di pedalare ore sotto l’acqua e sentirmi sempre asciutto, come anche i pantaloni Endura.

gore - tex

Un plauso finale alle scarpe SCOTT TRAIL BOA da escursione che si sono rivelate ottime per pedalare ed anche per camminare una volta sceso dalla bici…

tuscany trail scott boa

Prima o poi però andrò ad ultimare il mio Tuscany Trail.

Ciò che rimane della mia lista bagagli

tt lista

Questa foto però ha fatto andar via ogni più piccolo rammarico per non aver terminato l’impresa 😉

saggio ali