Ecco una versione corta del video del giro delle Repubbliche Marinare
|
Ecco una versione corta del video del giro delle Repubbliche Marinare
|
Parto da Pescara all’alba senza sapere che questo sarà l’ultimo giorno della mia avventura…mancano 500 km all’arrivo e parto con l’obiettivo di andare più avanti possibile verso il traguardo…il luogo non è molto distante recita la bellissima canzone di Caparezza che mi ha accompagnato per tutto il viaggio.
Ho portato con un me un vecchio iphone ormai trasformato in ipod con migliaia di canzoni ma l’album che ho ascoltato maggiormente durante tutto il mio viaggio è stato Museica di Caparezza. Ho fatto un esperimento con la musica mettendo sempre la stessa canzone – China Town – nei momenti più importanti in modo che ascoltandola in futuro avrei rivisto nella mia mente tutte quelle bellissime immagini legate ai ricordi di questo incredibile viaggio. A distanza di mesi devo dire che l’esperimento è riuscito! Ogni volta che la sento mi vengono i brividi, rivivo le emozioni legate a quella musica e mi vengono quasi le lacrime agli occhi dall’emozione. Metodi in stile CIA con gli agenti “dormienti” 😉
Parto tranquillo accompagnato da una bellissima alba sull’adriatico. Mi dirigo verso il Conero dove mi aspetta una delle poche salite di giornata ed anche il secondo controllo. Il primo è stato a San Benedetto del Tronto dove sono stato accolto dalla proprietaria del bar con un bel “te la sei presa comoda tu!?“…non le ho risposto per non essere scortese, ma colazione l’ho fatta da un’altra parte.
Supero Civitanova Marche e mi dirigo verso il Conero e naturalmente riprende a piovere, arrivo al secondo controllo in cima all’altura che caratterizza questa bella zona e non dico di no all’offerta di formaggi locali che mi fa il proprietario del locale.
Riparto, attraverso Ancona (che non mi ha favorevolmente colpito…), ritorno al livello del mare e mi dirigo in direzione Pesaro dove mi aspetta la bellissima strada panoramica che collega Pesaro e Cattolica attraverso il bellissimo Parco Naturale del Monte San Bartolo.
Senigallia, Fano e finalmente Pesaro dove inizia la strada del parco naturale…i primi 200 m il nostro Fulvio Fachiro Gambaro ci ha fatto lo scherzetto di non farci fare la strada “normale” ma di farci arrampicare per una ripidissima rampa con pendenze superiori al 20% che mi obbliga ad andare su a zig zag per non mettere il piede a terra.
Il parco è stupendo, proprio come me lo ricordavo, belle strade, paesaggio da favola e tutto all’ombra. Lungo il parco c’è il 3° controllo di giornata in un bel bar a Fiorenzuola di Focara con terrazza panoramica.
E’ ormai metà pomeriggio, mi faccio una “sosta gelato” e riparto…mi aspetta il caos della vita marittima di Cattolica, Riccione e Rimini.
Arrivo a Cattolica e nonostante sia fine maggio sembra estate! Tutti in costume, tutti a fare il bagno in mare…possibile sia ancora maggio? Tutto bello ma questo significa tantissima gente in strada! Potrei andare sulla statale ma abbandonerei la traccia quindi decido di continuare e di farmi largo tra i bagnanti.
Mi faccio Cattolica, Riccione e a Rimini desisto…mi fermo a farmi una piadina aspettando che i turisti tornino a casa 😉
Riparto e abbandono il mare…forse inizia la parte che meno mi è piaciuta di tutta l’avventura…mi dirigo verso il 4° controllo di giornata a Savignano sul Rubicone ove arrivo verso le 21.
E’ un bar…ma non mi fermo a mangiare...ormai ho superato i 2000 km…manca poco…quindi penso…non ho mai fatto una notte e mancano “solo” 180 km…vado avanti, pedalo tutta la notte e arrivo a Venezia all’alba.
In queste avventure scatta qualcosa nella propria mente perchè arrivare a sera dopo aver già fatto 300 km e dire…dai SOLO più altri 200 km e sono arrivato…CONTINUO TUTTA LA NOTTE…è da FOLLI! Ma in quel momento mi è sembrata l’unica cosa sensata da fare…semplicemente CONTINUARE A PEDALARE…e pensare che la distanza più lunga pedalata quest’anno sono stati proprio 200 km…oggi ne avrei fatti 500 (!!!!) dopo altri 1700 km fatti nei giorni precedenti. INCREDIBILE.
Monto le luci e riparto pensando di fare ancora un’oretta e poi fermarmi a mangiare da qualche parte, ma purtroppo la zona non era così “viva” come immaginavo ed il posto dove mangiare non lo trovavo…l’unica cosa da fare è continuare a pedalare…utilizzo le app dello smartphone per trovare ristoranti ma sono tutti chiusi…eppure è sabato sera!
La ricerca continua invano…eppure devo mangiare se voglio pedalare per tutta le notte. Inizia ad essere tardi…sia per mangiare che per trovare eventualmente un Hotel…VADO AVANTI.
Verso mezzanotte trovo un bar aperto e mi ci fiondo dentro…mi mangio 3 tramezzini ed uno me lo porto dietro per la notte.
Via per le valli di Comacchio.
Mi ritrovo in una zona totalmente BUIA! Strada di campagna stretta, nessuna auto a darmi il segno di una presenza umana…stacco la musica dell’ipod perchè mi “ipnotizza” e tende a farmi addormentare…sento solo i rumori delle rane e dei rapaci che sono lì intorno.
Guardo il GPS che mi segnala acqua tutto intorno a me ma io non vedo nulla ed iniziano a girarmi per la testa dei pensieri negativi!
Mannaggia ai pensieri negativi…ero riuscito a tenerli lontani per tutto il viaggio e proprio nelle ultime ore arrivano?! Sono il pericolo maggiore..il pessimismo fa crollare la determinazione e bisogna tenerlo alla larga. Sono solo, nel nulla e potrebbe succedermi di tutto…se finissi in un fosso mi troverebbero il giorno dopo o peggio ancora se cadessi in acqua chi mi salverebbe visto che non so nuotare?!
Porca miseria…inizio a pensare di aver fatto una cazzata a non fermarmi in qualche hotel per la notte…doccia, dormita come al solito e ripartenza bello fresco la mattina dopo per fare una bella cavalcata fino a Venezia.
Ma avevo deciso di continuare a pedalare e non essendoci nulla intorno a me era l’unica cosa che avrei dovuto fare.
Per rincarare la dose di pessimismo una nuvola inizia a lampeggiare a fianco a me, mi segue, ogni tanto è di fianco e ogni tanto dietro…consulto il GPS per capire se finirò dentro al temporale oppure no.
Sembra che io riesca a sfuggire alla nube carica di fulmini…sembra…almeno questo mi tiene sveglio.
Si alza il vento, brutto segno, sento anche qualche goccia…guardo sul GPS dov’è il paese più vicino per ripararmi perchè qui in strada non c’è proprio nulla…nemmeno un riparo. Mancano circa 5 km al prossimo paese…gocciola…ma in 10 minuti sono in paese e trovo un bar chiuso con una fantastica tettoia. In queste situazioni si apprezza qualsiasi cosa possa essere d’aiuto. Ci sono persino 2 panchine…quasi quasi mi fermo a dormire qui.
Intanto cambio la batteria della luce frontale che mi si è spenta, mi riposo un attimo aspettando di capire se pioverà o meno…sembra che il temporale non voglia sfogarsi quindi…CONTINUO.
Sono diretto verso il successivo punto di controllo ad Adria, dopo un pò la nube temporalesca se ne va, questo mi rincuora molto però almeno la tensione mi teneva sveglio mentre ora mi è preso un gran sonno.
Sono sempre più addormentato e stanco…ma quanto manca ad Adria?? Arrivato lì penso di riposarmi un attimo perchè temo proprio di cadere dalla bici. Ho paura di non farcela ad arrivare al controllo, ho troppo sonno. Nel frattempo però i km all’arrivo diminuiscono e finalmente arrivo ad Adria e trovo anche un locale aperto…molto alternativo. Entro dentro e vengo guardato come un marziano! Mi bevo un caffè ed una Red Bull ma niente…crollo dal sonno.
I clienti del bar iniziano ad essere incuriositi da questo ciclista che alle 3 di notte entra in un bar con la luce accesa sulla testa…da dove arrivi?? Pescara…Pescara??!! …e quando sei partito?? Questa mattina…”mavaffanculononévero??!!
Non ci credono, allora spiego loro cos’è questo Giro delle Repubbliche Marinare e rimangono ancora più increduli. Parlo ancora un pò con loro, facciamo qualche foto ricordo poi li saluto.
Faccio per ripartire ma non riesco proprio a pedalare…faccio fatica anche a camminare per cui trovo un bar chiuso con le sedie nel dehor. Appoggio la bici al muro, prendo una sedia e la metto in mezzo ai raggi della bici, tiro fuori il telo sopravvivenza (quello argentato) perchè ho un gran freddo, mi appoggio con la testa alla mia Viscacha sottosella che fa da cuscino, mi avvolgo nel telo argentato come un grosso uovo di pasqua e proprio in quel momento passa una pattuglia dei carabinieri…mi guardano dal finestrino, li saluto con la mano e passano oltre.
Dopo una mezz’oretta arriva una ragazza che apre il bar – sono le 3:30 (!!!) – e mi dice di entrare che almeno fa un pò più caldo…entro e chiedo se ho fatto la cazzata di aver fatto suonare l’antifurto, ma lei mi risponde che la domenica apre sempre a quest’ora.
Ne approfitto, mi siedo su una sedia e cerco di riposare anche se proprio non riesco a dormire seduto…mi riposo un pò e prendo la decisione di ripartire solo quando sorgerà il sole…basta buio…sarà anche mentalmente più facile ripartire con il sole.
Faccio 4 chiacchiere con la barista, mi bevo 2 cappuccini e alle 5 riparto.
MANCANO 69 KM!
Riparto per questo ultimo tratto, penso che 69 km, dopo averne fatti oltre 2100 sono una fesseria e invece NON PASSANO PROPRIO!
Cerco di prendere un ritmo regolare ma i lunghi rettilinei che portano a Venezia sembrano interminabili…è la strada che abbiamo fatto all’andata per cui capisco bene quanto manca..e manca proprio poco ma inizio ad avere un gran dolore alla caviglia.
Non riesco più a pedalare bene con la gamba destra ma continuo…manca poco ormai.
Entro in Venezia Mestre ma ormai faccio 3 pedalate e poi mi lascio trasportare per poi riprendere quando ormai l’inerzia finisce.
Riconosco le stradine fatte una settimana prima…ci siamo proprio quando ormai scorgo l’ultimo rettilineo!!!
Vedo il punto di arrivo…metto China town nell’ipod…vedo l’hotel da dove sono partito meno di 7 giorni fa,è dall’altra parte della strada…faccio 300 m…una rotonda 200m…100m…50m…ARRIVOOOOOOOOO!!!
Ce l’ho fatta…i problemi dell’ultima notte e i dolori alla gamba non mi fanno assaporare al massimo la gioia del traguardo ma sono immensamente soddisfatto di me.
Incontro Piero che è arrivato qualche ora prima di me…ci complimentiamo l’un l’altro…foto di rito e si torna a casa…diverso dalla settimana prima.
Ultima tappa 500 km 20 ore di pedalata e 1500 m di dislivello
TOTALE 2200 km
20000 m di dislivello
166 ore totali, 95 ore in sella.
10 regioni, paesaggi incredibili e tante birre 😉
Mi sveglio alle 04:30, ormai ho preso il ritmo della sveglia e non mi pesa più di tanto, mi preparo e pochi minuti dopo le 5 sono di nuovo in sella.
E’ ancora abbastanza buio, esco da Avellino e la strada inizia a salire già dai primi metri. Oggi sarà una giornata con un sacco di dislivello, devo attraversare gli appennini e voglio arrivare sul mare Adriatico. Si inizia ad intravedere il sorgere del sole all’orizzonte quand’ecco sbucare dai lati della strada 3 grossi cani che mi vengono incontro con fare poco amichevole, iniziano ad abbaiarmi a pochi centimetri dalle gambe per cui via, un bell’allungo in salita così mi sveglio bene…insistono ancora qualche centinaio di metri poi demordono e mi lasciano andare.
Devo dire che questo scatto mi ha fatto prendere un buon ritmo e giusto per non farmi rallentare, dopo pochi km ecco arrivare un altro branco di cani randagi con lo stesso modo di fare poco amichevole dei precedenti, ma per fortuna la salita è quasi finita e mi butto già in discesa…in questo caso mi lasciano andare ancora prima del branco precedente.
Non incontro quasi nessuna auto fino a Benevento dove mi fermo a fare colazione. Ormai le giornate le inizio a stomaco vuoto e mi fermo dopo 2-3 ore per fare colazione e funziona.
Riparto e dopo poco incontro i due compagni di avventura milanesi che mi raccontano il simpatico episodio accaduto a loro la sera prima…praticamente arrivano anche loro ad Avellino la sera prima, vanno in Hotel e si sentono dire dalla Reception… “buonasera signor Collino” e lui “no, non sono il signor Collino”…”ma si, ha prenotato poco fa dicendo che sarebbe arrivato in bici”…”si sono arrivato in bici ma non sono il Sig. Collino”…insomma vanno ancora un pò avanti per scoprire che sono andati a dormire nello stesso hotel che avevo prenotato pochi minuti prima di loro. Pensa che coincidenza…Avellino non è poi così piccola 😉
Scambio 2 chiacchiere con loro poi mi incammino verso il primo controllo di giornata, Morcone, dove arrivo verso le 9. Si tratta di un bel agriturismo in cui mi viene anche offerto un pranzo dignitoso…insomma un bel ristoro. Mi fermo una mezz’oretta, parlo con il gestore e scopro che lo sloveno che avevo incontrato il giorno prima aveva viaggiato tutta la notte ed era arrivato li verso le 5 della notte per poi decidere di non ripartire più. Il suo giro delle Repubbliche marinare finiva lì.Effettivamente non aveva una bella cera il giorno prima.
Riparto in direzione del secondo punto di controllo, Trivento, dove conto di arrivare verso l’ora di pranzo.
La strada sull’appennino è decisamente impegnativa, un continuo saliscendi, ma il paesaggio fa dimenticare la stanchezza.
Proprio guardando avanti però inizio a preoccuparmi, il cielo sta diventando minacciosamente nero, anzi nerissimo e sembra che il peggio sia sulla mia strada. Consulto il gps mentre pedalo per capire se incrocerò il temporale e sembra proprio di si. Bè non c’è niente da fare quindi continuo a pedalare, anzi accelero per cercare di arrivare il prima possibile al controllo perchè si tratta di un ristorante e potrei catturare 2 piccioni con una fava…pranzare e ripararmi dal temporale in attesa che passi.
Più avanzo e più il cielo è nero, sempre più nero…ormai mancano pochi chilometri a Trivento e si alza un fortissimo vento…dai che manca poco…3 km….2 km…dai dai che si siamo….FULMINE con il TUONO praticamente in contemporanea! E’ proprio sopra di me. DILUVIO! GRANDINA! Vedo il cartello Trivento e incontro subito una locanda in cui entro direttamente con la bici!
Non è il punto di controllo ma posso comunque pranzare e ripararmi dal diluvio. E’ una piccola locanda di montagna, calda e accogliente. Pranzo con un abbondante piatto di pasta, una birra media e un caffè…prezzo finale 6€ (!!!). Con 6 € da me ti bevi solo la birra. Incredibile…3 piccioni con una fava…pranzato, riparato dal diluvio e risparmiato 😉
Esco dopo un’oretta e non piove più. Riprendo la strada in discesa ed arrivo subito al punto di controllo…timbro e riparto. Sulla strada incontro mucchi di grandine ai lati della strada, per fortuna ho trovato un riparo. Mi aspetta un tratto in pianura prima dell’ultimo colle appenninico, superato il quale arriverò sull’Adriatico.
Si tratta di una salita di più di 13 km che porta al paese di Torrebruna. Una bella salita con uno splendido paesaggio negli ultimi chilometri. Supero il passo e mi butto giù in discesa…penso 50 km e sono al mare…e credo sia tutta discesa…SBAGLIATO! Dopo 10 km si riprende a salire e si continua in un continuo saliscendi per altri 10 km.
Continuo e dopo un pò…FANTASTICO! INTRAVEDO IL MARE! E’ sempre bellissimo per me ritrovare il mare, mi fa capire di aver fatto molta strada e poi, nonostante io ami la salita, pedalare in riva al mare non mi fa pensare alla fatica anzi, ringrazio di poter ammirare il mare mentre pedalo e così facendo i km passano senza sforzo.
Arrivo al 3° controllo di giornata…una gelateria!!! Eccezionale, complimenti a Fulvio per la scelta dei punti controllo 😉 Timbro e mi mangio una bella coppa gelato. Riparto bello carico e mi dirigo verso Pescara. E’ quasi sera e non voglio arrivare in città troppo tardi per cui, ultimo sforzo di giornata e spingo per arrivare in fretta.
Sono le 21, giungo in città che è ormai buio e per fortuna sono arrivato con il buio e non con la luce del sole perchè il ponte della ciclabile è bellissimo illuminato dalle luci artificiali…uno spettacolo! E’ stato un bell’investimento che la città ha fatto per consentire alle biciclette una tranquilla pedalata.
Cerco un hotel con l’app di booking (utilissima nel mio viaggio) e prenoto un hotel in centro, prima però voglio farmi una bella frittura di pesce in riva al mare. Pedalando mi vengono “le voglie” come alle donne incinte…la minestra di farro in Toscana, le mozzarelle di bufala in campania, la frittura di pesce qui in riviera…sono i piccoli premi che mi “consegno” a fine giornata 😉
Arrivo in hotel, porto come al solito la bici in camera e via…una doccia che azzera il contachilometri della fatica e un bel sonno…domattina si riparte all’alba.
Notte
275 km – 5000 m di dislivello – 13 ore di pedalata.
Come ormai consuetudine, sveglia presto e partenza verso le 5 di mattina, è una bella giornata, parto da Formia e, dopo poche pedalate, trovo subito un bar aperto…colazione!
A stomaco pieno parto per il primo obiettivo di giornata Caserta. L’altimetria di questo tratto sembra semplice, ma ormai mi sono reso conto che il “semplice” non esiste, soprattutto quando hai le gambe ormai stanche, per cui decido di non preoccuparmi se faccio fatica ad ingranare e mi avvio con un buon passo ma senza strafare. La strada che porta a Caserta è un continuo sali-scendi che non mi permette di prendere un ritmo regolare e la strada si impenna negli ultimi km prima del check point, a pochi metri dalla famosa Reggia dell’omonima città.
Prendo con calma la salita che conduce all’ingresso di Caserta quand’ecco che, dietro di me, sento il tipico suono emesso dalle ruote in carbonio quando ci si alza sui pedali….tradotto…come si dice in gergo…mi stanno “scattando in faccia”! Cosa che non sopporto e che non sopporta nessuno in generale, ma io sono uno “scalatore” e la cosa la reggo poco, ma ho una bici che carica pesa oltre 15 kg ed ho già percorso circa 1500 km…e quindi?? Passa il primo..e va bene….passa il secondo…e va bene…passa il terzo…ed inizio a spazientirmi…poi man mano che passano vedo che vanno sempre più piano, finchè mi passa un altro…e via, gli prendo dietro, rispondo allo scatto con la mia bici paracarro da viaggio, gli prendo la scia, lo affianco…lo guardo con lo sguardo che dice “ma non vedi che sono in viaggio con una bici da 15 kg carica di borse…perchè ca..o mi scatti in faccia?” …e gli scatto in faccia io! Che scemo che sono…però in salita mi piace la battaglia, anche quando so di venire sconfitto…ma quando si combatte anche la sconfitta è una piccola vittoria.
Insomma entro in Caserta con il cuore in fuori soglia, stanco ma soddisfatto, cerco il punto del check-point, sono passate circa 4 ore e 30 come da programma e mi faccio una sosta per mangiare qualcosa ad un chiosco in centro.
Riparto, ora la strada è piatta fino ai piedi del Vesuvio, dove mi aspetta il passo di Agerola che mi porterà sulla costiera Amalfitana.
Quando arrivo nel napoletano me ne accorgo dal “suono” dei paesi….CLACSON, clacson e ancora clacson. Qui si parla suonando il clacson, il traffico aumenta…meglio spegnere l’ipod. Altro indizio di essere in questa zona me lo danno i rifiuti ai bordi delle strade, nel migliore dei casi contenuti in sacchi neri buttati per terra e basta, come se ci fossero dei cassonetti trasparenti. Il fatto curioso è che in queste zone l’immondizia si trova lungo le strade ma distante dai luoghi abitati, non ci sono case nei dintorni, quindi qui caricano l’immondizia in auto e viaggiano fino a qui per buttare per strada l’immondizia….mah :-/
Ad un certo punto la strada diventa sterrata…penso “sarà sbagliata”…invece no, si percorre un bel pezzo su strada sterrata, facendo attenzione a non forare. Nel frattempo il tempo peggiora di colpo, lo avevano previsto, ma la giornata era talmente bella la mattina che sembrava impossibile un peggioramento così repentino. Invece no, avevano proprio ragione ed io ora mi trovo a scappare letteralmente ad un violento temporale che vedo arrivare da dietro…mi metto a spingere forte pensando di riuscire a tenermelo dietro, il vento inizia a soffiare forte, qualche goccia arriva ma più che altro portata dal vento.
Ce la faccio, ce la faccio…dai che ce la faccio…invece no. Un tuono decisamente forte mi fa capire che non ce l’ho fatta…è stato più veloce di me. E’ inutile insistere, è ora di pranzo e cerco un bar per poter mangiare qualcosa…mi indicano un forno poche centinaia di metri più avanti dove fanno da mangiare, lo trovo, parcheggio la bici li davanti e subito arriva un “local” a dirmi che i “miei amici” erano li al bar a fianco. Miei amici?? Penso io… Mi guardo in giro e trovo i miei compagni di avventura milanesi che si erano appena fermati in un bar per ripararsi dalla pioggia e, vista l’ora, a pranzare.
Mi siedo con loro a fare due chiacchiere ed a mangiare un boccone, nel frattempo ci intratteniamo a parlare con un ragazzino e relativo nonno che si offrono di dare un’occhiata alle nostre bici e ci danno consigli sulla strada migliore per arrivare ad Amalfi…ma noi abbiamo una traccia da seguire…e quella è la strada migliore 😉
I partenopei sono fortissimi quando parlano tra di loro…per la verità non parlano, fanno dei versi in codice che comprendono solo loro e a cui danno significati differenti in base all’intonazione con cui si emettono. Simpaticissimi 😀
Smette di piovere, salutiamo il ragazzino con il nonno e ci incamminiamo sul passo che ci porterà ad Agerola…sono bellissime queste mini storie all’interno di questa lunga avventura.
Arrivato in punta al passo di Agerola intravedo il mare…pochi km in discesa e arrivo su di un bellissimo balcone sulla costiera Amalfitana, il tempo non è splendido, ci sono ancora parecchie nuvole ed io indosso il mio compagno di giornata – l’antipioggia in gore-tex – però il paesaggio toglie il fiato.
Scendo lungo la strada che mi porterà ad Amalfi e devo dire la verità, dopo aver tanto sentito parlare delle strade strettissime della costiera me le aspettavo peggio…molto più strette le stradine liguri…certo il problema è che qui i pullman pretendono di passarci tranquillamente…e non ci passano.
La strada che porta ad Amalfi è bellissima ed il paesaggio lascia senza fiato…sono sempre fermo a fare foto…sto perdendo un sacco di tempo ma ne vale la pena.
Mi avvicino sempre più all’obiettivo più a sud del mio viaggio…Amalfi è vicina. Faccio addirittura la coda per poter entrare in Amalfi e finalmente, verso le 16 arrivo nella piazza centrale di Amalfi…bella, molto bella, ma forse mi aspettavo qualcosa di più…”wow”..sarà stata forse la giornata nuvolosa ma, dopo essermi fermato a contemplare un pò la cittadina sono ripartito per il controllo che mi porterà al giro di boa, Maiori, e ci arrivo pochi minuti dopo.
Il controllo è in una gelateria ed io non vedevo l’ora per farmi una crema di caffè gelata da assaporare tranquillamente nel dehor del locale proprio di fronte al mare.
Nella gelateria c’è anche un altro compagno di viaggio, uno dei 3 sloveni presenti…c’è una leggenda che gira intorno agli sloveni…sembra che non dormano! Effettivamente il ragazzo in gelateria non aveva affatto una bella cera, era rossissimo e con lo sguardo assente.
Finisco la mia crema di caffè, faccio timbrare il cartellino e riparto, mentre lo sloveno rimane ancora lì… a fissare il vuoto.
Da Maiori si torna indietro verso il napoletano, ma per farlo bisogna valicare il passo di Chiurzi, 11 km di salita per oltre 600 m di dislivello non saranno certo una passeggiata da affrontare nella seconda parte della giornata. Naturalmente riprende a piovere, decido di non fermarmi a vestirmi finchè la pioggia non si trasformerà in temporale…ma non passa molto tempo. La pioggia aumenta ed io sfrutto una delle poche case sul percorso per cambiarmi, mi piazzo sotto il balcone e mi rivesto per la pioggia, per la terza volta nella giornata odierna .
Prendo un’andatura regolare ed in poco più di un’ora sono in cima al passo…nel frattempo era già di nuovo uscito il sole ed io mi ero già tolto l’abbigliamento da pioggia. Mi fermo in cima al passo e mi godo una vista spettacolare..da qui si vede benissimo il golfo di Napoli ed il Vesuvio con quella luce che si ha solamente dopo i temporali. Sto per ripartire e chi arriva? Il ragazzo sloveno, in maniche corte (!) e non curante del freddo – sembra impossibile ma faceva proprio freddo -si butta prima di me in discesa. Pochi minuti e lo raggiungo, ha lo stesso sguardo perso che aveva in gelateria e mi sembra evidente che abbia freddo. Gli chiedo se avesse bisogno di aiuto ma lui mi liquida con un semplice “no problem”. Mah…duri questi sloveni.
Continuo il mio avvicinamento all’ultima tappa di giornata, il controllo di Avellino.
Attraverso la città di Nocera Inferiore…non mi è piaciuta…molto caotica, troppo caotica. Continuo a pedalare, mi faccio un altro pò di salita e in serata arrivo ad Avellino dove scopro che il controllo è libero, quindi va bene una qualsiasi attività commerciale che mi emetta uno scontrino da allegare al cartellino.
Dopo il controllo, visto che ormai è sera e sono un pò stancuccio decido di andare a mangiare e di trovare un albergo…vado in una pizzeria ed esagero…mi scolo una birra media praticamente in una sorsata e, complice la stanchezza, mi rincoglionisce e quasi mi ubriaco. Dopo aver mangiato una buona pizza però mi riprendo e mi reco in albergo.
Porto su la bici…mi faccio una doccia – fondamentale per azzerare il contatore della stanchezza 😉 – è ormai mezzanotte, vado a dormire perchè la sveglia suonerà tra poco più di 4 ore.
Ho superato il giro di boa…
All’hotel è accaduto un episodio simpatico di cui sono venuto a conoscenza solo il giorno dopo…ma ve lo dirò nel prossimo post 😉
Notte