Ora che sono passati un pò di giorni dal mio ritorno dal Tuscany Trail posso dirlo…soffro di una sorta di sindrome di Stoccolma! 😉
La Sindrome di Stoccolma si riferisce ad uno stato psicologico particolare che si manifesta in seguito ad un episodio estremamente violento o traumatico in cui il soggetto prova un sentimento positivo, fino all’amore, nei confronti del proprio aguzzino….insomma si crea una sorta di alleanza e solidarietà tra la vittima e il carnefice.
Naturalmente sono ironico, ma non tanto lontano dalla realtà…perchè questo Trail è stato estremamente duro, soprattutto se affrontato di punta come ho fatto io – avevo poco tempo ed un impegno inderogabile di cui parlerò in seguito – e nonostante sul momento imprecassi contro il maltempo e le salite impossibili che mi obbligavano a scendere di sella (chi lo avrebbe mai detto….io che me la prendo con le salite), ora ripensandoci mi prende un senso di nostalgia e partirei subito per tornare a rifarle…nonostante sul momento mi ripetessi”mai più”.
Ma torniamo a questo Tuscany Trail…partenza giovedì 1° maggio alle ore 08:30, abbastanza puntuali 80 matti come me si danno appuntamento nella bella piazza degli aranci di Massa per partire e già si capisce quante varietà di ciclisti ci sono…si vede che ci saranno alcuni che lo finiranno in 2 giorni ed altri in 10, chi con la bici da ciclocross con le ruote in carbonio e chi con la MTB biammortizzata…addirittura una Salsa Beargrese, che per chi non la conoscesse è una FAT BIKE, ed una Jeff JOnes del mio amico e compagno di squadra Giovanni prestatagli dal Bikecafe.
Anche la mia bella Vassago Fisticuff mi è stata gentilmente prestata dai ragazzi del Bikecafe…mille grazie
Gente con chili e chili di borse attaccate ovunque nella bicicletta ed altri, come l’altro mio compagno di squadra, il super Mauro Canale, che è partito solamente con uno zainetto ed il bancomat! Per la cronaca vi svelo subito il finale…è arrivato lui per primo in fondo al Trail 😉
Quando lo convinsi a pratecipare, circa una settimana prima della partenza, mi ricordo ancora le sue parole…”si ma io non mi porto niente…il K-way e basta”…come? dissi io…e se ti fermi a dormire? “allora porto il bancomat!”
Che tipo Mauro…fuori dal comune…ed è proprio stato fuori dal comune per riuscire a fare ciò che ha fatto.
Via…partiti…e subito ci facciamo 20 km di salita, ma su asfalto decisamente scorrevole fino alle cave di marmo dove un muro composto di blocchi di marmo alto un paio di metri ci fa capire subito che è iniziato il vero Tuscany. Per fortuna a questo punto siamo rimasti avanti a tutti io, Mauro ed altri 2 per cui riesco a farmi dare una mano a passare il muro, ma se fossi stato solo non sarei sicuramente riuscito a passare con la mia bici che carica arriva a sfiorare i 20 kg!
Questa foto presa dal sito del Tuscany Trail vi farà capire meglio le dimensioni di questo muro di blocchi di marmo 😉
Dopo il muro Mauro se ne va, il compagno di viaggio con la bici da ciclocross e ruote in carbonio si attarda e l’altro mio compagno in assetto superleggero addirittura trancia di netto il pedale in titanio! L’imprecazione è rimbombata nella cava! Riuscirà per fortuna a farsi portare un altro pedale e ci ritroveremo alla sera in pizzeria.
Da quel momento rimango da solo e la cosa non mi dispiace…in preparazione al giro delle Repubbliche Marinare volevo proprio pedalare un pò da solo.
Purtroppo nella seconda galleria di giornata scopro, con mio estremo disappunto e relativa imprecazione, che la mia luce principale, una cineseria comprata anni fa e durata forse fin troppo a lungo, decide di abbandonarmi definitivamente. Azz…le mie possibilità di pedalare in notturna si riducono.
Comincia la seconda e ripida salita, dapprima su asfalto ma di li a breve questo si trasforma in sterrato e verso gli ultimi interminabili chilometri si sale, si sale finchè le strade diventano sempre più strette fino a diventare una strettissima mulattiera alpina in cui è impossibile pedalare e dove bisogna tirare la bici – perchè è impossibile spingerla – fino a fare gli ultimi metri per valicare il passo.
Arrivato al rifugio che segnava la fine di questa seconda e faticosa salita chiedo informazioni se fosse passato qualcuno prima di me e mi rispondono che l’unico era un altro con la mia stessa divisa…si ma circa un’ora prima!
Mi faccio la comoda discesa asfaltata e giunto in piano decido di fermarmi a mangiare qualcosa in un bar…mentre mangio vedo passare 2 Tuscany Trailer…il ciclocrossista ed un altro che non riconosco.
Riparto, e da li a poco inizierà un’interminabile salita di oltre 50 km…o forse più…mi sembrava sempre di salire e mai mai di scendere.
Si arriva sugli appennini ed il terreno ricomincia ad essere “difficile” obbligandomi di nuovo a spingere la bici per lunghi tratti…inizia anche a piovere ed il morale, complice la stanchezza, comincia a scendere. Ogni volta che la strada inizia a scendere dandomi l’illusione della discesa finale la strada si impennava nuovamente dopo poche centinaia di metri.
La strada si trasforma in uno stretto e affascinante single track che, affrontato con una mtb front scarica e con mente lucida mi sarebbe piaciuto molto di più che affrontato invece in queste condizioni…carico, con una bici con forcella in acciaio e mentalmente poco lucido…freddo, pioggia e stanchezza non mi davano l’equilibrio necessario per guidare bene in quel sentierino…quindi..di nuovo a piedi..anche in discesa…Uffa!
La vera discesa finale, premio per questa lunghissima salita, si rivela ricoperta di pietre “smosse” e bagnate che mi fanno vedere le stelle ai polsi ed alle spalle! Finalmente la discesa finisce ed arriviamo nella piana verso le 20:30. Parlo al plurale perchè lungo l’ultima salita ho incontrato un altro Trailer con cui mi sono intrattenuto per le ultime ore del pomeriggio.
Prendiamo d’assalto una pizzeria al taglio, ci fermiamo lì davanti a parlare e a riposarci un pò aspettando che smetta di piovere, e nel frattempo vediamo giungere altri partecipanti al TT (che sta per Tuscany Trail).
L’intenzione era quella di continuare a pedalare per tutta la notte e cercare di lasciarmi dietro i temporali ma solo Mauro è riuscito nell’intento…io l’ho preso in pieno.
Infreddolito, bagnato e un pò deluso mi cerco un hotel per farmi una doccia calda e riposarmi…lo trovo e decido di pernottarvi per ripartire il giorno dopo.
Nel frattempo giungono in pizzeria anche altri 2 miei amici della Val Pellice, Danilo e Andrea, che decidono di farmi compagnia in albergo…quindi tutti a dormire perchè il mattino dopo si parte presto…e non dovrebbe piovere…almeno fino al pomeriggio.
Giornata dura…maltempo, percorso molto più difficile del previsto e poco poco scorrevole.
Alla fine il GPS segnerà 155 km e oltre 4000 m. di dislivello.
Si riparte domattina….
– continua –