Giro delle Repubbliche Marinare – giorno 5

Formia (LT)  – Avellino

Come ormai consuetudine, sveglia presto e partenza verso le 5 di mattina, è una bella giornata, parto da Formia e, dopo poche pedalate, trovo subito un bar aperto…colazione!

giro delle repubbliche marinare

A stomaco pieno parto per il primo obiettivo di giornata Caserta. L’altimetria di questo tratto sembra semplice, ma ormai mi sono reso conto che il “semplice” non esiste, soprattutto quando hai le gambe ormai stanche, per cui decido di non preoccuparmi se faccio fatica ad ingranare e mi avvio con un buon passo ma senza strafare. La strada che porta a Caserta è un continuo sali-scendi che non mi permette di prendere un ritmo regolare e la strada si impenna negli ultimi km prima del check point, a pochi metri dalla famosa Reggia dell’omonima città.

Prendo con calma la salita che conduce all’ingresso di Caserta quand’ecco che, dietro di me, sento il tipico suono emesso dalle ruote in carbonio quando ci si alza sui pedali….tradotto…come si dice in gergo…mi stanno “scattando in faccia”! Cosa che non sopporto e che non sopporta nessuno in generale, ma io sono uno “scalatore” e la cosa la reggo poco, ma ho una bici che carica pesa oltre 15 kg ed ho già percorso circa 1500 km…e quindi?? Passa il primo..e va bene….passa il secondo…e va bene…passa il terzo…ed inizio a spazientirmi…poi man mano che passano vedo che vanno sempre più piano, finchè mi passa un altro…e via, gli prendo dietro, rispondo allo scatto con la mia bici paracarro da viaggio, gli prendo la scia, lo affianco…lo guardo con lo sguardo che dice “ma non vedi che sono in viaggio con una bici da 15 kg carica di borse…perchè ca..o mi scatti in faccia?” …e gli scatto in faccia io! Che scemo che sono…però in salita mi piace la battaglia, anche quando so di venire sconfitto…ma quando si combatte anche la sconfitta è una piccola vittoria.

Insomma entro in Caserta con il cuore in fuori soglia, stanco ma soddisfatto, cerco il punto del check-point, sono passate circa 4 ore e 30 come da programma e mi faccio una sosta per mangiare qualcosa ad un chiosco in centro.

Riparto, ora la strada è piatta fino ai piedi del Vesuvio, dove mi aspetta il passo di Agerola che mi porterà sulla costiera Amalfitana.

Quando arrivo nel napoletano me ne accorgo dal “suono” dei paesi….CLACSON, clacson e ancora clacson. Qui si parla suonando il clacson, il traffico aumenta…meglio spegnere l’ipod. Altro indizio di essere in questa zona me lo danno i rifiuti ai bordi delle strade, nel migliore dei casi contenuti in sacchi neri buttati per terra e basta, come se ci fossero dei cassonetti trasparenti. Il fatto curioso è che in queste zone l’immondizia si trova lungo le strade ma distante dai luoghi abitati, non ci sono case nei dintorni, quindi qui caricano l’immondizia in auto e viaggiano fino a qui per buttare per strada l’immondizia….mah :-/

Ad un certo punto la strada diventa sterrata…penso “sarà sbagliata”…invece no, si percorre un bel pezzo su strada sterrata, facendo attenzione a non forare. Nel frattempo il tempo peggiora di colpo, lo avevano previsto, ma la giornata era talmente bella la mattina che sembrava impossibile un peggioramento così repentino. Invece no, avevano proprio ragione ed io ora mi trovo a scappare letteralmente ad un violento temporale che vedo arrivare da dietro…mi metto a spingere forte pensando di riuscire a tenermelo dietro, il vento inizia a soffiare forte, qualche goccia arriva ma più che altro portata dal vento.

Ce la faccio, ce la faccio…dai che ce la faccio…invece no. Un tuono decisamente forte mi fa capire che non ce l’ho fatta…è stato più veloce di me. E’ inutile insistere, è ora di pranzo e cerco un bar per poter mangiare qualcosa…mi indicano un forno poche centinaia di metri più avanti dove fanno da mangiare, lo trovo, parcheggio la bici li davanti e subito arriva un “local” a dirmi che i “miei amici” erano li al bar a fianco. Miei amici?? Penso io… Mi guardo in giro e trovo i miei compagni di avventura milanesi che si erano appena fermati in un bar per ripararsi dalla pioggia e, vista l’ora, a pranzare.

Mi siedo con loro a fare due chiacchiere ed a mangiare un boccone, nel frattempo ci intratteniamo a parlare con un ragazzino e relativo nonno che si offrono di dare un’occhiata alle nostre bici e ci danno consigli sulla strada migliore per arrivare ad Amalfi…ma noi abbiamo una traccia da seguire…e quella è la strada migliore 😉

I partenopei sono fortissimi quando parlano tra di loro…per la verità non parlano, fanno dei versi in codice che comprendono solo loro e a cui danno significati differenti in base all’intonazione con cui si emettono. Simpaticissimi 😀

Smette di piovere, salutiamo il ragazzino con il nonno e ci incamminiamo sul passo che ci porterà ad Agerola…sono bellissime queste mini storie all’interno di questa lunga avventura.

Arrivato in punta al passo di Agerola intravedo il mare…pochi km in discesa e arrivo su di un bellissimo balcone sulla costiera Amalfitana, il tempo non è splendido, ci sono ancora parecchie nuvole ed io indosso il mio compagno di giornata – l’antipioggia in gore-tex – però il paesaggio toglie il fiato.

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Scendo lungo la strada che mi porterà ad Amalfi e devo dire la verità, dopo aver tanto sentito parlare delle strade strettissime della costiera me le aspettavo peggio…molto più strette le stradine liguri…certo il problema è che qui i pullman pretendono di passarci tranquillamente…e non ci passano.

La strada che porta ad Amalfi è bellissima ed il paesaggio lascia senza fiato…sono sempre fermo a fare foto…sto perdendo un sacco di tempo ma ne vale la pena.

Mi avvicino sempre più all’obiettivo più a sud del mio viaggio…Amalfi è vicina. Faccio addirittura la coda per poter entrare in Amalfi e finalmente, verso le 16 arrivo nella piazza centrale di Amalfi…bella, molto bella, ma forse mi aspettavo qualcosa di più…”wow”..sarà stata forse la giornata nuvolosa ma, dopo essermi fermato a contemplare un pò la cittadina sono ripartito per il controllo che mi porterà al giro di boa, Maiori, e ci arrivo pochi minuti dopo.

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Il controllo è in una gelateria ed io non vedevo l’ora per farmi una crema di caffè gelata da assaporare tranquillamente nel dehor del locale proprio di fronte al mare.

Nella gelateria c’è anche un altro compagno di viaggio, uno dei 3 sloveni presenti…c’è una leggenda che gira intorno agli sloveni…sembra che non dormano! Effettivamente il ragazzo in gelateria non aveva affatto una bella cera, era rossissimo e con lo sguardo assente.

Finisco la mia crema di caffè, faccio timbrare il cartellino e riparto, mentre lo sloveno rimane ancora lì… a fissare il vuoto.

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Da Maiori si torna indietro verso il napoletano, ma per farlo bisogna valicare il passo di Chiurzi, 11 km di salita per oltre 600 m di dislivello non saranno certo una passeggiata da affrontare nella seconda parte della giornata. Naturalmente riprende a piovere, decido di non fermarmi a vestirmi finchè la pioggia non si trasformerà in temporale…ma non passa molto tempo. La pioggia aumenta ed io sfrutto una delle poche case sul percorso per cambiarmi, mi piazzo sotto il balcone e mi rivesto per la pioggia, per la terza volta nella giornata odierna .

Prendo un’andatura regolare ed in poco più di un’ora sono in cima al passo…nel frattempo era già di nuovo uscito il sole ed io mi ero già tolto l’abbigliamento da pioggia. Mi fermo in cima al passo e mi godo una vista spettacolare..da qui si vede benissimo il golfo di Napoli ed il Vesuvio con quella luce che si ha solamente dopo i temporali. Sto per ripartire e chi arriva? Il ragazzo sloveno, in maniche corte (!) e non curante del freddo – sembra impossibile ma faceva proprio freddo  -si butta prima di me in discesa. Pochi minuti e lo raggiungo, ha lo stesso sguardo perso che aveva in gelateria e mi sembra evidente che abbia freddo. Gli chiedo se avesse bisogno di aiuto ma lui mi liquida con un semplice “no problem”. Mah…duri questi sloveni.

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Continuo il mio avvicinamento all’ultima tappa di giornata, il controllo di Avellino.

Attraverso la città di Nocera Inferiore…non mi è piaciuta…molto caotica, troppo caotica. Continuo a pedalare, mi faccio un altro pò di salita e in serata arrivo ad Avellino dove scopro che il controllo è libero, quindi va bene una qualsiasi attività commerciale che mi emetta uno scontrino da allegare al cartellino.

Dopo il controllo, visto che ormai è sera e sono un pò stancuccio decido di andare a mangiare e di trovare un albergo…vado in una pizzeria ed esagero…mi scolo una birra media praticamente in una sorsata e, complice la stanchezza, mi rincoglionisce e quasi mi ubriaco. Dopo aver mangiato una buona pizza però mi riprendo e mi reco in albergo.

Porto su la bici…mi faccio una doccia – fondamentale per azzerare il contatore della stanchezza 😉 – è ormai mezzanotte, vado a dormire perchè la sveglia suonerà tra poco più di 4 ore.

Ho superato il giro di boa…

All’hotel è accaduto un episodio simpatico di cui sono venuto a conoscenza solo il giorno dopo…ma ve lo dirò nel prossimo post 😉

Notte

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